“Volevo chiederle un favore, se è possibile fare una foto con lei, per mostrare all’Italia che lei è un essere umano come tutti e che la propaganda diffusa in giro è falsa”. Lo street artist napoletano Jorit (al secolo Ciro Cerullo), celebre per i murali che raffigurano Maradona, torna al centro delle polemiche per le parole rivolte a Vladimir Putin durante il Festival della gioventù di Sochi, il più grande forum giovanile al mondo. Intevenendo dalla platea di fronte al presidente russo, Jorit esordisce domandandogli se l’arte “può essere uno strumento per connettere i Paesi e le nazioni“. Poi, tra gli applausi del pubblico, gli chiede la foto “umanizzante” per contrastare la presunta propaganda occidentale, concesso dallo zar, che lo chiama accanto a sè sul palco, gli stringe la mano e lo abbraccia.
La risposta di Putin alla domanda sull’arte, poi, è un elogio all’Italia: “Siamo sempre stati ammirati dall’arte italiana. Quella italiana è una grande arte di un grande popolo, questo è evidente. Noi in Russia l’abbiamo sempre considerata così e la consideriamo ancora così”, dice. Citando anche Garibaldi e “la lotta dell’Italia per l’indipendenza“, che unirebbe i due Stati: “Gli italiani hanno sempre un desiderio di libertà nei loro cuori, e questo significa che rispettate il desiderio degli altri popoli di fare le loro scelte e scegliere il loro destino“, afferma. Un riferimento evidente all’annessione russa di cinque regioni ucraine (Donetsk, Lugansk, Kherson, Zaporizhzhia e la Crimea) in cui si sono tenuti referendum di autodeterminazione non riconosciuti dalla comunità internazionale.
A Sochi Jorit si è recato insieme a Ornella Muti e alla figlia di lei, Naike Rivelli, per inaugurare un murale dedicato all’attrice realizzato su un edificio del villaggio olimpico. Il 33enne street artist era già stato attaccato la scorsa estate per aver realizzato su un palazzo bombardato di Mariupol, città ucraina occupata dai russi, un murales raffigurante una bambina che nelle iridi mostrava i colori della bandiera della repubblica popolare del Donetsk (lo Stato-fantoccio controllato da Mosca), circondata da due missili con la scritta “Nato”. È la seconda volta in poche settimane che Putin approfitta del “gancio” fornito dall’incontro con un italiano per sottolineare i legami con il nostro Paese: il 20 febbraio lo aveva fatto rispondendo a una domanda di una giovane studentessa. “L’Italia ci è sempre stata vicina, ricordo come stato accolto da voi, mi sono sempre sentito a casa“, aveva detto (video).