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L’assassino di Noemi Durini ottiene di nuovo la semilibertà. Ad agosto fu trovato ubriaco alla guida

L’assassino di Noemi Durini ottiene di nuovo la semilibertà. Ad agosto fu trovato ubriaco alla guida
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L’assassino di Noemi Durini potrà lasciare di nuovo il carcere per andare a lavorare. Lucio Marzo, il fidanzato reo confesso per l’omicidio della 16enne, uccisa il 3 settembre del 2017 a Castrignano del Capo, ha di nuovo ottenuto la possibilità di trascorrere alcune ore all’esterno del penitenziario Bancali di Sassari, dove sta scontando la condanna definitiva a 18 anni e 8 mesi di reclusione stabilita al termine di un processo con rito abbreviato. Il via libera è arrivato a distanza di cinque mesi dalla sospensione del beneficio da parte del Tribunale di sorveglianza per essere stato trovato alla guida di un’auto, che non era autorizzato a guidare, e per giunta sotto l’effetto di alcol.

La notizia colse di sorpresa la madre di Durini, Imma Rizzo, ignara che l’omicida della figlia potesse uscire dal carcere. E al fianco dell’avvocata Valentina Presicce iniziò la sua battaglia affinché il giovane di Montesardo Salentino venisse trasferito dal carcere minorile a quello ordinario, ottenendo anche la sospensione del permesso di andare a lavorare. “Sapere che l’assassino di mia figlia è di nuovo libero di uscire dal carcere è sconcertante e allucinante – commenta ora la donna – è l’ennesima beffa, ma io e il mio avvocato non ci fermeremo davanti ad uno Stato che tutela gli assassini, ai quali concede ogni tipo di beneficio e premio”.

Quindi ha continuato: “Mi batterò affinché mia figlia Noemi abbia giustizia vera. Lo Stato non rende giustizia alle anime innocenti, come mia figlia, uccise da chi diceva di amarle e proteggerle. E invece continuano i femminicidi, perché mancano pene certe e severe”. Anche per l’avvocato della famiglia è inconcepibile che al ragazzo sia stata ridata la possibilità di uscire dal carcere per andare a lavorare perché proprio l’episodio accaduto quest’estate fu determinante per la sospensione del beneficio. Il legale infatti ha già inoltrato richiesta di chiarimenti al Dap.

Marzo, minorenne alla data dell’omicidio e oggi 24enne, secondo la ricostruzione giudiziaria, picchiò Durini a mani nude, poi la accoltellò alla nuca e la seppellì in campagna mentre era ancora viva. La giovane morì per asfissia. Il ragazzo, 17 anni, aveva confessato poche ore dopo essere stato iscritto nel registro degli indagati per omicidio volontario. Durini era scomparsa da Specchia il 3 settembre e gli inquirenti dopo dieci giorni di massimo riserbo sul destino della giovane, avevano messo alle strette il suo fidanzato, fino alla confessione.

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