Dopo un anno dall’inizio delle inchieste giornalistiche e otto anni di attività della sedicente veggente Gisella Cardia, al secolo Maria Giuseppa Scarpulla, finalmente la Chiesa, nella persona del vescovo di Civita Castellana Marco Salvi, ha espresso un chiaro verdetto sulle presunte apparizioni della Madonna nell’ormai famoso campo che si affaccia sul lago di Bracciano.
Come descritto in precedenza in questo blog, nel marzo dello scorso anno mi ero recata personalmente nel luogo dei presunti miracoli e, avendo incontrato la signora Cardia con il marito, mi ero permessa di rivolgere loro qualche domanda per fare chiarezza sui fenomeni che la coppia diceva si verificassero su quel prato davanti ad una grande statua della Vergine e nel salotto di casa dove, stando ai loro racconti, altri simulacri della Madonna erano solite trasudare liquido e piangere lacrime di sangue periodicamente.
Dato che i coniugi Cardia avevano rilasciato numerose dichiarazioni pubbliche riguardo a presunti messaggi che la Madonna avrebbe trasmesso a Gisella perché li divulgasse ai suoi seguaci che si radunavano in preghiera ogni tre del mese e all’intera umanità, avevo chiesto alla sedicente santona di fornire qualche informazione in più anche in virtù del fatto che in varie occasioni si sarebbero verificati veri e propri prodigi come la moltiplicazione di piccoli tranci di pizza e qualche manciata di gnocchi in grado di sfamare dozzine di persone; e durante la Quaresima le mani di Gisella avrebbero addirittura manifestato la presenza delle stimmate che io, ad onor del vero, non avevo affatto visto seppur mi trovassi ad una distanza ravvicinata dalla donna e sebbene fossimo in prossimità del periodo pasquale.
Senza contare l’improvvisa comparsa di scritte che Gianni Cardia sosteneva fossero in aramaico sulle pareti di casa e l’intenzione di costruire un pozzo dal quale sarebbe sgorgata acqua benedetta “in grado di curare le ferite del corpo e dell’anima”. Alla mia richiesta di spiegazioni la sedicente veggente si era trincerata dietro il silenzio, il marito aveva assunto una postura piuttosto minacciosa intimandomi di andarmene immediatamente e affermando l’esistenza di una vera e propria persecuzione da parte dei media, in particolare di alcune trasmissioni tv nelle quali mi aveva vista intervenire sull’argomento come Mattino 5.
Sostanzialmente, se c’erano dei più che legittimi dubbi sui fenomeni soprannaturali di cui Gisella Cardia si dichiarava protagonista e se i messaggi apocalittici forniti dalla Madonna parevano ciò che di più lontano potesse esserci dalla dottrina cristiana, la colpa era dei giornalisti ficcanaso e miscredenti che mettevano in dubbio l’autenticità delle apparizioni mariane venute in soccorso alle centinaia di persone che avevano deciso di affidare la propria anima, e in alcuni casi anche il proprio portafoglio, alle opere portate avanti dalla onlus gestita dalla coppia.
Oggi finalmente, dopo quasi un anno di indagini approfondite, il vescovo Salvi ha stabilito che nel campo di Trevignano non c’è mai stata alcuna apparizione della Madonna, non si sono mai verificati miracoli di alcuna sorta. Gisella Cardia, il suo consorte e i loro seguaci da ora in poi dovranno astenersi da raduni pubblici e privati perché la Chiesa stabilisce una volta per tutte che il fenomeno “constat de non supernaturalitate” e nessun ministro di culto dovrà associare la dottrina cattolica con le attività di un’associazione che non ha nulla a che vedere con la spiritualità ma piuttosto con il lucro.
E’ evidente che il risultato dell’indagine della diocesi di Civita Castellana che si è fatto attendere parecchio costituisca non solo un anatema contro il modus operandi della sedicente veggente e dei suoi stretti collaboratori, ma un richiamo all’autorità giudiziaria perché indaghi sull’ipotesi di truffa generata da un ingiusto profitto conseguente alla vendita di statuette e oggetti sacri dichiarati benedetti da un fantomatico padre spirituale e soprattutto alle cospicue donazioni fatte da fedeli che, in parecchi casi, oggi si dichiarano manipolati e plagiati da Gisella che spesso prometteva protezione spirituale e, ahimè, anche guarigioni miracolose.
Molto probabilmente la scomunica del vescovo Salvi non sarà la fine di questa vicenda, ma solo l’inizio di una più complessa indagine che riguarderà anche la guardia di finanza e la magistratura.
Morena Zapparoli
Conduttrice e autrice tv
Società - 7 Marzo 2024
Madonna di Trevignano, l’anatema del vescovo Salvi è solo l’inizio
Dopo un anno dall’inizio delle inchieste giornalistiche e otto anni di attività della sedicente veggente Gisella Cardia, al secolo Maria Giuseppa Scarpulla, finalmente la Chiesa, nella persona del vescovo di Civita Castellana Marco Salvi, ha espresso un chiaro verdetto sulle presunte apparizioni della Madonna nell’ormai famoso campo che si affaccia sul lago di Bracciano.
Come descritto in precedenza in questo blog, nel marzo dello scorso anno mi ero recata personalmente nel luogo dei presunti miracoli e, avendo incontrato la signora Cardia con il marito, mi ero permessa di rivolgere loro qualche domanda per fare chiarezza sui fenomeni che la coppia diceva si verificassero su quel prato davanti ad una grande statua della Vergine e nel salotto di casa dove, stando ai loro racconti, altri simulacri della Madonna erano solite trasudare liquido e piangere lacrime di sangue periodicamente.
Dato che i coniugi Cardia avevano rilasciato numerose dichiarazioni pubbliche riguardo a presunti messaggi che la Madonna avrebbe trasmesso a Gisella perché li divulgasse ai suoi seguaci che si radunavano in preghiera ogni tre del mese e all’intera umanità, avevo chiesto alla sedicente santona di fornire qualche informazione in più anche in virtù del fatto che in varie occasioni si sarebbero verificati veri e propri prodigi come la moltiplicazione di piccoli tranci di pizza e qualche manciata di gnocchi in grado di sfamare dozzine di persone; e durante la Quaresima le mani di Gisella avrebbero addirittura manifestato la presenza delle stimmate che io, ad onor del vero, non avevo affatto visto seppur mi trovassi ad una distanza ravvicinata dalla donna e sebbene fossimo in prossimità del periodo pasquale.
Senza contare l’improvvisa comparsa di scritte che Gianni Cardia sosteneva fossero in aramaico sulle pareti di casa e l’intenzione di costruire un pozzo dal quale sarebbe sgorgata acqua benedetta “in grado di curare le ferite del corpo e dell’anima”. Alla mia richiesta di spiegazioni la sedicente veggente si era trincerata dietro il silenzio, il marito aveva assunto una postura piuttosto minacciosa intimandomi di andarmene immediatamente e affermando l’esistenza di una vera e propria persecuzione da parte dei media, in particolare di alcune trasmissioni tv nelle quali mi aveva vista intervenire sull’argomento come Mattino 5.
Sostanzialmente, se c’erano dei più che legittimi dubbi sui fenomeni soprannaturali di cui Gisella Cardia si dichiarava protagonista e se i messaggi apocalittici forniti dalla Madonna parevano ciò che di più lontano potesse esserci dalla dottrina cristiana, la colpa era dei giornalisti ficcanaso e miscredenti che mettevano in dubbio l’autenticità delle apparizioni mariane venute in soccorso alle centinaia di persone che avevano deciso di affidare la propria anima, e in alcuni casi anche il proprio portafoglio, alle opere portate avanti dalla onlus gestita dalla coppia.
Oggi finalmente, dopo quasi un anno di indagini approfondite, il vescovo Salvi ha stabilito che nel campo di Trevignano non c’è mai stata alcuna apparizione della Madonna, non si sono mai verificati miracoli di alcuna sorta. Gisella Cardia, il suo consorte e i loro seguaci da ora in poi dovranno astenersi da raduni pubblici e privati perché la Chiesa stabilisce una volta per tutte che il fenomeno “constat de non supernaturalitate” e nessun ministro di culto dovrà associare la dottrina cattolica con le attività di un’associazione che non ha nulla a che vedere con la spiritualità ma piuttosto con il lucro.
E’ evidente che il risultato dell’indagine della diocesi di Civita Castellana che si è fatto attendere parecchio costituisca non solo un anatema contro il modus operandi della sedicente veggente e dei suoi stretti collaboratori, ma un richiamo all’autorità giudiziaria perché indaghi sull’ipotesi di truffa generata da un ingiusto profitto conseguente alla vendita di statuette e oggetti sacri dichiarati benedetti da un fantomatico padre spirituale e soprattutto alle cospicue donazioni fatte da fedeli che, in parecchi casi, oggi si dichiarano manipolati e plagiati da Gisella che spesso prometteva protezione spirituale e, ahimè, anche guarigioni miracolose.
Molto probabilmente la scomunica del vescovo Salvi non sarà la fine di questa vicenda, ma solo l’inizio di una più complessa indagine che riguarderà anche la guardia di finanza e la magistratura.
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Roma, 31 gen. (Adnkronos) - "Altri 43 migranti tornano in Italia dai centri in Albania. Presidente Meloni, errare è umano, perseverare è diabolico. Quanti altri viaggi a vuoto dovremo vedere prima che si metta fine a questa pagliacciata costosa per i contribuenti?”. Così Matteo Ricci, europarlamentare Pd, in un post sui social.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - "Terzo flop del ‘modello Albania’: la Corte d’Appello di Roma smonta l’ennesima trovata propagandistica del governo Meloni, sospendendo i trattenimenti e disponendo il trasferimento in Italia dei migranti deportati. Per la terza volta, la destra ha provato a forzare la mano e per la terza volta è stata bocciata. Hanno sprecato milioni di euro pubblici, violato diritti fondamentali e messo in piedi un’operazione disumana, solo per alimentare la loro propaganda. Un fallimento su tutta la linea, mentre il Paese affonda tra tagli alla sanità, precarietà e crisi sociale. Ora che farà Meloni? Toglierà la competenza anche alle Corti d’Appello per accentrarla a Palazzo Chigi?”. Così Alessandro Zan, responsabile Diritti nella segreteria nazionale Pd ed europarlamentare.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - "La Corte d’Appello di Roma libera di nuovo immigrati irregolari per i quali potevano essere eseguite rapidamente le procedure di rimpatrio e rimette ancora la palla alla Corte di Giustizia Europea sulla questione dei Paesi sicuri. Le ordinanze che non convalidano i trattenimenti nel centro in Albania e che rimettono alla Corte di Giustizia la questione pregiudiziale, insistono sull’individuazione in via generale ed astratta dei “paesi sicuri”, ripercorrendo le motivazioni delle decisioni precedenti, senza giudicare delle posizioni dei singoli migranti. Peccato che la Corte di Cassazione ha ampiamente chiarito, lo scorso dicembre, che questa è una competenza del Governo e non della magistratura. Incredibile che la Corte d’Appello di Roma abbia considerato irrilevante questo principio e insista nel voler riconoscere ai singoli magistrati un potere che è esclusiva prerogativa dello Stato”. Lo dichiara la deputata di Fratelli d’Italia, Sara Kelany, responsabile del Dipartimento immigrazione.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - "Non stupisce la decisione della Corte d’Appello di Roma di bloccare, per l’ennesima volta, una misura, tra l’altro apprezzata anche in Europa, con cui l’Italia vuole fronteggiare l’immigrazione massiccia e garantire la sicurezza nazionale. I magistrati non usino il loro potere per contrastarne un altro, riconosciuto dalla costituzione e legittimato dagli italiani”. Lo dichiara il deputato della Lega Igor Iezzi.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - “La Corte d’Appello di Roma libera ancora dei migranti irregolari che potevano essere rapidamente rimpatriati, rimandando di nuovo alla Corte di Giustizia Europea sulla questione dei paesi sicuri. Ma la Corte di Cassazione aveva chiarito che questa è una competenza del Governo. Evidentemente alcuni tribunali italiani considerano irrilevanti i principi fissati dalla Suprema Corte. Di fronte a questo non posso che esprimere profondo stupore". Lo dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato, Lucio Malan.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - “E anche oggi si certifica il fallimento di Meloni. I Centri per i migranti in Albania non sono la risposta al fenomeno migratorio, che richiede rispetto per i diritti umani e condivisione delle responsabilità a livello europeo. Nei comizi Meloni potrà continuare a dire che fun-zio-ne-ran-no ma nella realtà sono solo uno spreco immane di risorse. Se quei fondi fossero stati spesi per assumere infermieri e medici, o per aumentare gli stipendi di quelli che già lavorano nella sanità pubblica, allora si’ che sarebbero stati utili agli italiani!”. Così in una nota Marina Sereni, responsabile Salute e sanità nella segreteria nazionale del Pd.