Chiara Ferragni replica alla copertina de L’Espresso che la ritrae come Joker. All’interno della rivista, un’inchiesta sulle società della nota influencer e imprenditrice digitale. Ma – almeno per ora – a far discutere è più la cover dell’articolo: l’immagine ha scatenato infatti non poche polemiche. C’è chi ha parlato di “violenza inaudita”, di “sfregio”. E lei, direttamente dagli States, ha esordito su Instagram: “Sono appena arrivata a New York. Sono qui per lavoro per qualche giorno. Volevo ringraziarvi tutti perché ho ricevuto centinaia di messaggi per quella ‘bellissima’ cover che è stata fatta“. “Sono giornate veramente difficili – ha continuato Ferragni -, per una quantità di ragioni diverse, però davvero mi aiutate tantissimo. Mi state sempre vicino e questa cosa non passa inosservata”.
Infine ha concluso: “Grazie perché anche nei momenti più duri voi ci siete e, davvero, per me è importantissimo. Grazie, buonanotte!”. Poi lo screen di un messaggio affettuoso per i follower (29.2 milioni su Instagram): “You’re loved and supported more than you’ll ever know”. Prima di lei, però, erano intervenuti i suoi avvocati. Quest’ultimi, infatti, stanno valutando ogni tipo di azione legale, tra cui quella per il risarcimento per danni patrimoniali e non patrimoniali, nei confronti della società editrice del settimanale.
I suoi legali, infatti, hanno diffidato l’editore de L’Espresso dalla pubblicazione – prevista per oggi – del numero, riservandosi ogni ulteriore azione anche all’esito delle verifiche sul contenuto dell’articolo. I legali della Ferragni contestano inoltre la portata “gravemente diffamatoria e lesiva” dell’uso fatto in copertina dell’immagine della propria assistita “palesemente denigrata e svilita proprio nel giorno in cui la donna dovrebbe essere celebrata”. Ma la rivista è uscita. E riporta il seguente titolo: “Ferragni SPA. Il lato oscuro di Chiara”. Nel sottotitolo si legge invece: “Una rete ingarbugliata di società, una girandola di quote azionarie. Tra partner ingombranti, manager indagati e dipendenti pagati poco. L’influencer è a capo di un impero dove la trasparenza non è di casa”.