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Cover Espresso-Ferragni, l’inchiesta: “È a capo di un impero economico dove la trasparenza non è di casa, non solo per il ‘caso Balocco’”

Secondo il settimanale, "dai bilanci e dalle visure delle tre società riconducibili a Chiara Ferragni emergono alcune criticità: la Guardia di Finanza di Milano farà le opportune verifiche nel corso dell'indagine, che ha coinvolto anche il suo giovane e fidato manager, Fabio Maria Damato, indagato per concorso in truffa aggravata", si legge nell'articolo

di F. Q.

La pubblicazione è stata preceduta addirittura da una diffida dell’interessata. Chiara Ferragni alla vigilia dell’uscita del numero dell’Espresso in edicola l’8 marzo, che la “sbatte” in copertina con travestita da Jocker, ha fatto sapere di aver dato mandato ai suoi legali di valutare tutte le azioni possibili contro il settimanale. Che ha la “colpa” di aver pubblicato un lungo servizio che ricostruisce tessera per tessera l’impero societario dell’influencer indagata per truffa dalla procura di Milano.

Il mosaico è complicato perché disegna una rete ingarbugliata di società con una girandola di quote azionarie, tra partner ingombranti, manager indagati e dipendenti pagati poco. L’influencer, sintetizza l’Espresso, “è a capo di un impero economico dove la trasparenza non è di casa: oltre all’affaire pandoro e ai sospetti follower falsi, al centro delle indagini della Procura di Milano ci sono anche gli strani movimenti nella galassia delle sue aziende. Dopo anni di utili milionari, ora i problemi di reputazione li mettono a rischio. E tremano i fondi pensione che hanno investito in società collegate”.

Secondo il settimanale, “dai bilanci e dalle visure delle tre società riconducibili a Chiara Ferragni emergono alcune criticità: la Guardia di Finanza di Milano farà le opportune verifiche nel corso dell’indagine, che ha coinvolto anche il suo giovane e fidato manager, Fabio Maria Damato, indagato per concorso in truffa aggravata”, si legge nell’articolo che passa al lentino “la società più operativa, la Tbs Crew, che gestisce il magazine online The Blond Salad, opera come talent agency e consulenza di digital marketing strategy” e nella quale, a valle di una girandola di passaggi di mano di quote azionarie, “è avvenuta una miracolosa moltiplicazione delle quote societarie”, tanto che attualmente la società risulta avere un incredibile capitale del 145%.

Poi c’è l’altra società operativa di Ferragni, Fenice srl, licenziataria del marchio Chiara Ferragni e gestore di altre royalties. “La società è stata, suo malgrado, indirettamente coinvolta nel dissesto dell’Enpapi, ente nazionale di previdenza degli infermieri”, racconta ancora l’Espresso spiegando che Fenice nasce nel 2012 dal sodalizio imprenditoriale fra Ferragni, Pozzoli e Camilla Barindelli: quest’ultima è una giovane imprenditrice comasca, poi entrata nella galassia aziendale di Pasquale Morgese. “La società stenta a decollare e se supera il secondo anno di vita è grazie all’intervento dell’immobiliarista romano Paolo Barletta”. Un imprenditore decisamente all’avanguardia, visto che sette anni fa proponeva acquisti di immobili in bitcoin. Oggi uno degli asset del gruppo Barletta in cui ha investito anche l’ente previdenziale degli infermieri, è legato a doppio filo al valore di Fenice che sta tenendo tutti gli interessati con il fiato sospeso.

“Solo se Barletta – che intanto ha fuso la Febo e il Gruppo Barletta, entrambi in perdita, in Forus – riuscirà a cedere a un buon prezzo la sua quota di Fenice, allora sarà possibile restituire il prestito obbligazionario da 15 milioni. Altrimenti sarà un disastro per Enpapi”, sintetizza l’Espresso. Per poi concludere che “in generale, descrivere con esattezza gli affari delle società di Ferragni non è cosa semplice, perché mentre sui social l’imprenditrice non lesina informazioni sul-la propria vita privata, per quanto riguarda le aziende è parecchio stringata, anche per lo spezzatino di società, con continua crea-zione di nuove sl sotto soglia, che consente di ridurre le informazioni richieste. Un paradosso per un’influencer che fa della trasparenza il proprio core business”.

Gli avvocati della Ferragni prima ancora di valutare l’articolo, “contestano la portata gravemente diffamatoria e lesiva dell’uso fatto in copertina dell’immagine della propria assistita palesemente denigrata e svilita proprio nel giorno in cui la donna dovrebbe essere celebrata”. La scelta della foto è finita pure nel mirino di molti utenti dei social, ma c’è anche chi sostiene la scelta della testata. In difesa della moglie, però, nonostante siano lontani per un momento di crisi, è intervenuto Fedez con post su Instagram. “A quando una bella inchiesta sul vostro proprietario petroliere? Aspetto con ansia”, si legge nel messaggio accompagnato da una foto del proprietario del settimanale Donato Ammaturo, presidente del Gruppo Ludoil Energy della famiglia, con il volto truccato da clown allo stesso modo di Ferragni. Poi, una scritta in sovrimpressione: “E ci han chiuso qua da giorni, domani c’è il processo ma abbiamo un alibi di ferro. Il mondo è pieno di stronzi”, canzone che fa da colonna sonora. Il rapper ha postato anche “intercettazioni di esponenti della ‘ndrangheta in cui si parla del proprietario del settimanale” e ha scritto ancora: “Con le 4 copie che venderete in più mi sa che ci scappano anche i coriandoli e le stelle filanti a sto giro. Festa grande”.

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