Società

La vicenda di Jorit mi pare emblematica dell’isolamento della classe politica italiana

La molto colorata manifestazione che si è svolta a Roma l’8 marzo, con la partecipazione di decine di migliaia di donne e non solo, ha avuto al suo centro tre temi fondamentali: il sostegno alla Palestina contro il genocidio in atto, l’appoggio alle donne kurde protagoniste della lotta per l’autodeterminazione e il ripudio della guerra e del riarmo.

Manifestazioni come questa dimostrazione quanto grande e crescente sia la distanza tra il popolo italiano e i suoi cosiddetti rappresentanti. Costoro in grande maggioranza vivono in un mondo tutto loro all’insegna della più sconfortante meschinità e di baruffe di potere. Ovviamente occorre augurarsi che Giorgia Meloni sia cacciata al più presto dalla presidenza del consiglio prima di fare danni ulteriori e in questo senso auspicare una netta sconfitta delle destre alle prossime elezioni abruzzesi e a quelle che seguiranno. Ma dobbiamo purtroppo constatare come i grandi temi della guerra, del degrado ambientale e dei diritti di lavoratrici e lavoratori siano pressoché assenti dalle campagne elettorali. Ciò anche perché il principale Partito di opposizione, il cosiddetto Partito democratico, è popolato da personaggi come Pina Picierno, il cui sconsiderato attacco all’artista Jorit per essersi fatto fotografare con Putin fa impallidire il ricordo del senatore MvCarthy e della Guerra fredda.

Jorit per me ha fatto la cosa giusta. Al di là delle legittime critiche nei confronti di taluni aspetti del regime di Putin, è importante dimostrare anche con gesti come questo che il popolo italiano non vuole contrapposizioni ideologiche nei confronti della Russia, ed è disposto a mobilitarsi per una soluzione pacifica del conflitto ucraino e la fine di un devastante processo di riarmo, che favorisce solo il nefasto complesso militare-industriale sul cui libro paga vi sono troppi esponenti politici italiani e di altri Paesi dell’Occidente. La vicenda di Jorit mi pare molto emblematica dell’isolamento in cui si trova oggi la classe politica italiana.

È davvero sintomatico il fatto che siano oggi le prese di posizione di giovani artisti a fare scandalo tra i sepolcri imbiancati della politica e dell’informazione. Come già Ghali nominando il genocidio del popolo palestinese di cui è chiaramente complice il governo italiano, anche Jorit chiedendo la pace e il dialogo con la Russia di Putin ha rivelato quello che è lo stato d’animo di fondo del popolo italiano e della sua gioventù in primo luogo.

Gioventù che non solo in Italia ma in tutto l’Occidente costituisce la principale vittima delle folli politiche di riarmo, guerra e repressione scatenate da leader privi del lume della ragione. Si tratti dello stralessato Biden, della guerrafondaia Von der Leyen o del megalomane Macron, per non parlare della fedele cagnolina dei primi due che risponde al nome di Giorgia Meloni, gli attuali “leader” dell’Occidente stanno percorrendo con ogni evidenza la strada della distruzione propria e altrui. Quello che dicono non corrisponde per nulla a quello che fanno, come dimostrato dalle vacue affermazioni di Biden che prende in giro il popolo statunitense e il resto del mondo fingendo di avere a cuore il popolo palestinese mentre continua a inondate di armi letali il criminale genocida Netanyahu.

Si tratta di una classe politica totalmente screditata e inaffidabile. I giovani ne sono consapevoli e si ribellano scendendo in piazza e venendo manganellati da chi non ha altra risposta per richieste più che legittime. I giovani vengono repressi perché chiedono vita e libertà per il popolo palestinese così come per gli altri popoli minacciati dalla guerra totale imminente, compreso il nostro.

Ho sempre avuto molta comprensione per le lotte democratiche dei tutori dell’ordine fin da quando esse cominciarono negli anni Settanta sotto la guida di leader come Franco Fedeli e altri. Proprio per questo inorridisco oggi vedendoli trasformati in strumenti passivi del governo Meloni, dopo aver barattato i propri diritti, compresi quelli economici, con la possibilità di dare sfogo sui giovani di istinti indegnamente sadici. Mi auguro quindi che, come già in passato, all’interno della polizia e degli altri corpi armati dello Stato emergano forze in grado di attribuire la necessaria importanza alla Costituzione repubblicana.

Questa repressione, come le deliranti intemerate contro Jorit da parte di Picierno e quelle contro Ghali, dimostrano che la classe politica Italia è alla frutta e non ha nulla di positivo da comunicare, in primo luogo ai giovani ma anche al resto del popolo italiano. Occorre auspicare che la ribellione dei giovani contro il triste destino cui la classe dominante dell’Occidente vorrebbe assoggettarli trovi le vie più opportune e costruttive contribuendo a quella rivoluzione democratica oggi più che mai necessaria per evitare la guerra, fermare il degrado ambientale e redistribuire la ricchezza, spodestando le lobby finanziarie ed economiche cui sono indegnamente asserviti lorsignori.