Un 51enne è finito a processo a Pesaro perché, secondo l’accusa, ha usato la prevaricazione fisica e psicologica nei confronti della moglie, una donna di origini straniere e anche del figlio ancora minorenne. Come si legge sul Corriere Adriatico, vengono contestati episodi in cui l’uomo ha colpito la moglie con calci, l’ha fatta cadere e presa per il collo. In un altro caso, sempre a sentire gli inquirenti, l’ha presa per i capelli e trascinata, strappandoglieli. Poi ci sarebbero state minacce di morte.
Dopo la separazione, l’uomo avrebbe continuato a presentarsi a casa dell’ex moglie, circostanza che ha portato la donna a temere per la sua vita, al punto di denunciarlo. Ci sarebbe anche stato un episodio in cui le avrebbe persino sporcato la faccia con le feci del cane. “Non è acido” le ha detto, sempre secondo la ricostruzione dell’accusa, e poi sputi in faccia con disprezzo. Nel novembre del 2022 l’uomo si era attaccato al campanello perché rivoleva la casa che aveva lasciato. Madre e figlio si erano chiusi in casa, poi l’intervento dei carabinieri e la denuncia. La donna e il ragazzo, oggi maggiorenne, si sono costituiti parte civile chiedendo un risarcimento di 50mila euro ciascuno. Anche l’associazione Gens Nova, a difesa delle vittime di violenza, si è costituita parte civile, ma il collegio ha rigettato la costituzione. La difesa dell’imputato è pronta a smontare le accuse e lo farà nel proseguo del dibattimento.