Madame, Ernia, Bresh, thasup e Guè sono le collaborazioni contenute nel nuovo disco di Rose Villain che canta le paure, le fragilità ma anche la forza di combattere e di tramutare le cose negative in positive
“La tristezza per me è un sentimento positivo”. Così Rose Villain a FqMagazine su “Brutti Pensieri” feat. ThaSup, contenuta nel nuovo album “Radio Sakura”. In tutto 12 brani, prodotti da Sixpm uniti dal messaggio comune: c’è una speranza in tutto, anche nelle difficoltà più dure della vita. Esempio di come la natura riesce a riprendersi il proprio spazio anche di fronte alla morte. In attesa delle 4 date live che vedranno Rose Villain protagonista a ottobre, in estate aprirà i concerti italiani del tour dei Coldplay il 12, 13, 15 e 16 luglio allo Stadio Olimpico di Roma.
Perché hai sentito l’esigenza di parlare della salute mentale?
‘Brutti Pensieri’ è una traccia, per me, molto importante. Ascoltarla per me è un abbraccio. Volevo proprio qualcuno con me su questa traccia, ho bisogno dell’unione per poter dire queste cose. Così ho scelto ThaSup che è anche più giovane, appartiene ad un’altra generazione. Il 99% dei persone vive dei momenti di tristezza. I brutti pensieri, i momenti di debolezza, di fragilità e il pensare di non poterne uscire, penso che appartengano proprio all’essere umano, alla vita, agli ostacoli continui che dobbiamo superare.
Come hai superato questi momenti?
Sono stata un po’ più sfortunata di altri perché ho sofferto per la perdita di persone care molto presto. Ho avuto tanti lutti in famiglia che mi hanno veramente abbattuta… Quando perdi delle delle figure d’amore da giovane comunque è difficile. Però ho scoperto di non riuscire a vedere la tristezza con odio e negatività. Infatti l’ho inclusa nella mia arte perché per me è un sentimento positivo. La tristezza è una cosa che mi ha portato a realizzare tutto quello che ho oggi e a godere delle piccole gioie della vita.
Un nuovo modo di vedere la vita?
Inevitabile perché quando tocchi un po’ il fondo tutto il resto ti sembra una minchiata. Così rivaluti le piccole cose, il gesto anche più piccolo come un passante che ti dice ‘ma che bella maglietta che hai!’. Adesso anche io lo faccio, mi sono tanto aperta al mondo, alle persone, cerco di essere gentile con tutti.
E ne trai beneficio?
Sì perché ho visto quanto ricevo, quanto un atto gentile può cambiarmi la giornata. Perciò quando lo faccio spero di comunicare tutto questo agli altri. Sono molto più attenta alle cose macro come l’ambiente e i diritti. Insomma quando si tocca il fondo, in realtà, deve essere un punto di partenza e quindi ‘Brutti Pensieri’ spero che sproni a questo.
Una delle tracce si intitola “Hai mai visto piangere un cowboy?”. Hai mai visto piangere un uomo?
Assolutamente sì. Questa è proprio la canzone che ci vuole per dire agli uomini e al machismo di questa società: piangete cazzo, apritevi. Piangere non è da donne, non è una cosa per fighette. È un invito a godersi i sentimenti. Per esperienza ho visto che gli uomini che piangono alla fine sono quelli più felici, sono quelli che riescono a godersi di più la vita. Quindi è veramente un invito ad essere liberi, ad essere sé stessi.
C’è anche un omaggio a Milano (“Milano Almeno Tu”). Cosa ti ha tolto e cosa ti ha dato questa città?
È il luogo dove ho più sofferto la mancanza, dove ho vissuto le esperienze più negative dell’infanzia. Quindi quando torno a Milano la vedo come un set cinematografico delle miei disgrazie (ride, ndr), però è anche casa mia e ci sono i miei affetti.
“Sono figlia che un padre forse non vorrebbe” canti ne “Il mio funerale”, Perché?
Oggi mi accetta, ma è col tempo che mio padre ha accettato le mie turbolenze. Quando hai un figlio che è un artista, chiaramente ti arriva con un pacchetto di emozioni molto forti che esplodono da un momento all’altro. Però in realtà sono una brava figlia.
Aprirai i concerti italiani dei Coldplay. Cosa dirai a Chris Martin?
Mah, non ci ho ancora pensato in realtà (ride, ndr). I Coldplay sono una delle band più grandi al mondo perché sono stati sempre all’avanguardia con gli spettacoli, con la narrazione della loro storia e, naturalmente, con la musica che è stata la colonna sonora un po’ di tutti. Ad esempio, “Fix You” chi è che non ce l’ha sentita? Sono felice che la loro scelta per l’apertura dei concerti sia caduta su di me, dopo aver ascoltato la mia musica. Ho iniziato a scrivere in inglese, adesso ho fatto questo percorso in Italia, però chiaramente mi piacerebbe poi aprirmi al mercato estero. Quindi vorrei conoscerli e dire: “Facciamo una canzone insieme!”.