C’è vita oltre il Suv: lo conferma (egregiamente) la nuova Volkswagen Passat. È vero che nell’avvicendamento generazionale del modello a lasciarci le penne è stata la versione berlina dell’ammiraglia tedesca, troppo “old” per sopravvivere fra le “concorrenti” a ruote alte. Ed è vero pure che gli automobilisti sembrano professare solo la religione del Suv. Eppure, basta percorrere qualche centinaia di metri con la “Variant” per rendersi conto che non di soli Suv può vivere l’uomo. Specie se proprio quest’uomo qui deve macinare centinaia di chilometri al giorno: ecco, la Passat Variant potrebbe essere la nuova beniamina di rappresentanti e agenti di commercio, giustamente desiderosi di arrivare a destinazione il più freschi possibile.
“Quando si viaggia, gli scuotimenti a cui è soggetto il corpo inducono la muscolatura, specie quella addominale, a contrarsi per contrastare e compensare i movimenti del veicolo: questo spiega perché i lunghi viaggi in auto ci stancano”, spiegano gli uomini della Volkswagen: “Per questo, sulla nuova Passat, abbiamo lavorato molto sull’assetto, al fine di ridurre al minimo i suddetti scuotimenti”. In altri termini, la nuova giardinetta della VW, oltre che per trasportare cose e famiglie, è fatta per non stancare chi guida. E scusate se è poco.
A proposito di trasportare cose, la tedesca permette di accollarsene un’enormità: il bagagliaio ha una volumetria che va dai 690 ai 1920 litri abbattendo lo schienale del divanetto posteriore. Un piccolo van commerciale, in pratica. Certo, le dimensioni esterne sono diventate davvero importanti: l’auto è lunga ben 492 cm, 15 più della vecchia edizione, a tutto vantaggio della spaziosità interna, quasi da business-class. Ma ciò non rende la Passat Variant propriamente “city-friendly” (e nemmeno parcheggio-friendly). Ma fa niente perché il suo territorio di elezione è certamente l’autostrada, dove il suo 2.0 turbodiesel da 150 CV convince per silenziosità ed efficienza, nonché per la fluidità della trasmissione automatica a doppia frizione e 7 marce.
A coccolare i passeggeri ci sono pure i nuovi sedili con funzione massaggio, più da auto di lusso che da auto del popolo. Nell’abitacolo spicca un avanzato sistema di infotainment, che “va in onda” su un display da 12,9 pollici. Ma, per chi non si accontenta, c’è il maxischermo da 15”, stile Tesla. Sempre a tema di pollici, il cruscotto digitale ne vanta 10,2 e parte delle due informazioni sono proiettate sul parabrezza dell’head-up display. Ma, al di là dell’alto livello di digitalizzazione, piace soprattutto la cura costruttiva con cui è realizzata l’auto: quasi tutto ciò che si vede e si tocca è fatto bene e appaga il tatto.
Sistemi di sicurezza? Frenata automatica di emergenza con riconoscimento pedoni e ciclisti, mantenimento attivo di corsia e cruise control adattivo sono presenti all’appello. E, francamente, su un’auto come questa si danno ormai per scontati. Per chi cerca un po’ di brio in più c’è anche l’allestimento R-Line, con fascioni più muscolosi e assetto dedicato: migliora il comportamento dinamico del veicolo e gli conferisce un discreto brio di guida, limitatamente a stazza e peso della Passat.
A chi cerca qualche cavallo in più è dedicata la turbodiesel da 193 puledri, abbinata alle quattro ruote motrici. Mentre chi il gasolio proprio non lo digerisce potrà optare per il 1.5 mild hybrid a 48 V a benzina, da 150 cavalli. Per tutte, comunque, il cambio rimane sempre automatico. Ancor più “elettrificate” le versioni plug-in, che possono percorrere fino a 100 km di strada in modalità di marcia 100% elettrica, con livelli di potenza di 204 o 272 CV: arriveranno in estate, con prezzi a partire da 50 mila euro circa. Più abbordabile la versione benzina mild-hybrid da 150 CV alla base della gamma, offerta a 42.550 euro.