“Candidarmi alle elezioni europee? No, c’è un tempo in cui bisogna passare la mano, altrimenti la politica diventa un mestiere, non un servizio. E io ho 74 anni, devo pensare alla mia famiglia e a me stesso”. Così a Omnibus (La7) smentisce ogni ambizione politica Antonio Di Pietro, che, nelle vesti di ex politico e di cittadino, si esprime senza remore sulla situazione italiana e si rende protagonista di una esilarante gaffe con il deputato di Italia Viva Davide Faraone, da lui confuso con Gianluigi Paragone.
“Stimo Paragone sul piano personale – esordisce l’ex magistrato – E vorrei dire, appunto, una cosa a Paragone”.
“Ora la querelo perché mi ha chiamato Paragone”, risponde scherzosamente Faraone.
Di Pietro si corregge e rivela: “Su Renzi voglio soltanto dirle che, se non fosse per la tanta antipatia che lui nutre nei miei riguardi e per le tante riserve che io ho nei suoi confronti, condividerei molte delle cose che dice“.
Silenzio assordante, boato di risate in studio e la risposta quasi imbarazzata di Faraone: “Va bene, glielo riferirò”.
Di Pietro dà anche suggerimenti a Cateno De Luca, sindaco di Taormina e leader di Sud chiama Nord, che in questi giorni insieme all’ex leghista Roberto Castelli ha lanciato la lista Libertà per le elezioni europee: “Io non la conosco, posso solo dire però che, se fossi in Sicilia e non avessi alternativa tra lei e Cuffaro, sceglierei lei, non fosse altro perché lei è stato prosciolto, Cuffaro è stato condannato e quindi mi fido di più di uno che dalla giustizia è stato considerato una brava persona. Premesso questo – continua – non faccia il mio stesso errore, che con Itala dei Valori sono riuscito ad arrivare al 10% , sempre dicendo tutto ciò che non andava negli altri. E quando gli altri hanno fatto quello che io volevo, non c’era più bisogno che io esistessi. Io l’ho ascoltata in questa trasmissione e ha parlato solo di ciò che non andava negli altri. Un cittadino normale come me che non la conosce bene non sa quale sia il suo programma politico”.
De Luca ringrazia e chiede di essere ricevuto da Di Pietro in questi giorni: “Verrò a trovarla se lei vorrà, perché lei ha tante cose che mi può insegnare e abbiamo in comune la passione per l’agricoltura. La inviterei a scendere in campo col trattore. Fare il Cincinnati in un momento così difficile è un peccato per soggetti come lei”.
Nel finale Di Pietro, come già rivelato in una intervista a Gianni Barbacetto sul Fatto Quotidiano, ribadisce di essere favorevole all’abolizione del reato d’abuso d’ufficio. “Così com’è oggi – ha affermato lo scorso 2 febbraio l’ex magistrato – tanto vale abolirlo: è un reato irrealizzabile. Non punisce l’evento, ma l’intenzione e l’intenzione sta nella testa di chi ce l’ha, non la dimostrerò mai. Bisogna perseguire un fatto, non un’intenzione”.
“Adesso me ne diranno di tutti i colori”, ironizza Di Pietro.
“Ma è tremenda questa cosa – commenta la conduttrice Gaia Tortora – Lo ha già detto al Fatto Quotidiano?”.
“Sì – risponde Di Pietro – La prima cosa che ho fatto è stata parlare col Fatto Quotidiano, il primo e unico giornale che mi ha intervistato su questo. Io ho grande rispetto per Il Fatto e per Travaglio e quindi la prima cosa che ho fatto è stato dire quello che pensavo al giornale, perché è giusto che sia così”.