La presidente del Consiglio Giorgia Meloni esulta: “Lo scorso anno l’agenzia delle entrate ha certificato maggiore gettito per 26 miliardi di euro. Quando tu non disturbi e, anzi, cerchi di dare una mano a chi produce la ricchezza lo Stato ne beneficia”. “Nello stesso anno, il 2023 l’agenzia dell’entrate ci dice anche che abbiamo avuto il record di recupero dell’evasione fiscale. Un dato straordinario”. La premier ha parlato alla firma dell’accordo per lo sviluppo e la coesione con la Regione Umbria. Meloni ha parlato di “un approccio diverso”, “collaborativo” e “non vessatorio, per cui lo Stato rischia di diventare un nemico”. E ha aggiunto: “Se sei in difficoltà ti vengo incontro, se poi mi vuoi fregare per forza allora devo essere deciso nella mia reazione”. La narrazione del “fisco più equo e più giusto” è la linea del governo rivendicata già dall’insediamento dell’ottobre 2022, ripescando un vecchio slogan dei governi berlusconiani. Tuttavia tra riforme e modifiche delle normative, anche sotto il profilo delle sanzioni, il messaggio che arriva ai contribuenti, nel Paese in cui l’evasione è un fenomeno di massa, è diverso: non versare il dovuto conviene. Per chi può, è la scelta più razionale.

Le dichiarazioni di Meloni vengono definite “ridicole” dal Pd. “Vuole prendersi i meriti de lavoro dell’Agenzia dell’entrate nella lotta all’evasione dopo che per anni non ha fatto altro che metterle i bastoni tra le ruote” dice Virginio Merola, ex sindaco di Bologna e ora capogruppo democratico in Commissione Finanze alla Camera. “I numeri che oggi Meloni plaude vengono da lontano e sono il frutto di numerosi interventi e provvedimenti che hanno potenziato l’uso di strumenti digitali di controllo e di contrasto all’evasione fiscale. Interventi fortemente avversati dall’attuale presidente Meloni”.

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