“È andata bene, sono sorpreso per le mie 111 preferenze, il terzo in tutta la coalizione, è stato un risultato personale che mi riempie di orgoglio, e che mi incita a continuare su questa strada. Evidentemente sono piaciuti i progetti che ho esposto: sicurezza urbana, lotta all’accattonaggio e alla prostituzione”. Così dichiarava nel 2019 Ivan D’Amore, poliziotto oggi trentenne, che si era candidato con Fratelli d’Italia a Preganziol in provincia di Treviso. Una campagna elettorale aggressiva, ma a tutela della legalità, in una cittadina che deve convivere con il problema della prostituzione, soprattutto lungo il Terraglio, la strada statale che porta a Mestre.
A distanza di qualche anno D’Amore è stato arrestato per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, in concorso con una donna colombiana, Mariby Morales di 50 anni. Secondo l’accusa, avrebbe gestito alcuni appartamenti con un vasto giro di prostitute e trans che gli avrebbe garantito un giro d’affari di 70 mila euro al mese. Una delle case finite nel mirino della Procura è in centro storico a Treviso, un paio nell’hinterland e una quarta a Martellago, in provincia di Venezia. A frequentarle, insospettabili e facoltosi clienti, disposti a spendere parecchi soldi.
L’attività era cominciata nel giugno 2023 e ruotava attorno a D’Amore, siciliano di origine, che risulta in servizio all’aeroporto Marco Polo di Venezia, anche se era stato sospeso temporaneamente dal servizio. Gli agenti della squadra mobile (coordinati dal pubblico ministero Davide Romanelli) tenevano d’occhio quelle case da tempo e hanno agito quando la donna ha comprato un biglietto aereo per la Colombia. Hanno temuto che progettasse l’espatrio e così sono intervenuti.
L’arresto di D’Amore è avvenuto in flagrante, mentre stava incassando quello che secondo l’accusa era il canone settimanale (400 euro) di uno degli appartamenti utilizzati. Sono state indentificate 17 persone che avrebbero dato vita alla prostituzione, ma siccome il turn over era elevato, si sospetta che il numero fosse più grande. La coppia, secondo gli investigatori, avrebbe anche garantito un servizio di trasporto dei clienti all’aeroporto o alla stazione ferroviaria. Il poliziotto, interrogato dal gip, ha parzialmente ammesso le accuse, confermando di aver saputo che alcune donne si prostituivano, ma affermando che il denaro ricevuto era un contributo per il subaffitto. Infatti il canone di locazione degli appartamenti risulta intestato a lui.
Il magistrato ha convalidato il fermo per il solo reato di sfruttamento della prostituzione e ha rimesso D’Amore in libertà, con l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per la firma giornaliera. La donna colombiana è stata invece trasferita nel carcere della Giudecca, in attesa degli arresti domiciliari. Le indagini avevano preso il via dalla bella vita del poliziotto, il quale, pur senza stipendio, aveva un tenore di vita piuttosto elevato. La sua giustificazione è stata, appunto, quella di aver compensato grazie al subaffitto delle case alle proprie difficoltà economiche. Secondo il difensore, non ci sarebbe stato sfruttamento della prostituzione, ma il semplice favoreggiamento, visto che il denaro incassato avrebbe riguardato il canone di affitto e non le prestazioni sessuali.
L’attività politica di D’Amore si è protratta almeno fino al 2022. Nel novembre 2021 ha postato su Facebook alcune dichiarazioni molto critiche nei confronti dell’amministrazione comunale. “Da quando ho intrapreso il mio umile impegno politico, ho ‘lottato’ per un tema che sta alla base della società: la sicurezza. Preganziol merita sicurezza, Preganziol merita tutela, i cittadini di Preganziol, le mamme di Preganziol, i papà, i nonni, e i nostri figli meritano più sicurezza”. Si era fatto promotore, con Fratelli d’Italia, di una raccolta firme a sostegno “di un progetto per potenziare la sicurezza e il contrasto dei reati predatori, che stanno seminando paura nelle case di tutti noi cittadini, attraverso i turni serali della polizia locale e il pattugliamento del centro cittadino, servizi straordinari di controllo in borghese, aumento della videosorveglianza. A fregarlo, adesso, sono state le prove raccolte dai suoi colleghi anche con le riprese video, che hanno permesso di rintracciarlo in un appartamento mentre riceveva il denaro dalle prostitute.