“Il ministro Nordio ha sicuramente ricevuto pressioni da Fratelli d’Italia o dal suo governo per non venire alla Leopolda, non so se direttamente dalla presidente del Consiglio o da altri. Mi aveva confermato personalmente la sua presenza sabato mattina”. Lo ribadisce ai microfoni de Il caffè della domenica, su Radio24, la deputata di Italia Viva Maria Elena Boschi, chegià ieri ha denunciato le pressioni politiche avrebbe subito il Guardiasigilli Carlo Nordio per il suo forfait all’ultimo momento alla partecipazione alla Leopolda.
Boschi aggiunge: “Conosco il ministro Nordio. È un galantuomo e nel momento in cui prende un impegno, peraltro confermato a me ieri mattina, lo mantiene. Se cambia idea nel giro di un’ora, significa che c’è stata una pressione politica affinché non venisse alla Leopolda e non parlasse magari del tema più caldo in queste ore – sottolinea – cioè il dossieraggio, anche perché Nordio ha lanciato la proposta su una commissione d’inchiesta e in queste ore non mi sembra che sia molto condivisa all’interno del suo partito e del suo governo”.
La parlamentare renziana si dichiara favorevole alla commissione d’inchiesta voluta da Nordio e usando argomentazioni simili a quelle di Maurizio Gasparri di Forza Italia, critica duramente Federico Cafiero De Raho, deputato del M5s, vicepresidente della Commissione Antimafia e procuratore nazionale dell’antimafia all’epoca degli accessi illegali alla banca dati della Dna: “È anche componente della commissione Antimafia, il che è paradossale, perché è come se un magistrato partecipasse a un collegio di magistrati che deve giudicare su uno di loro. Mentre la commissione antimafia si sta interrogando sulle eventuali responsabilità di Cafiero De Raho in quel periodo, lui e i suoi colleghi di partito – chiosa – possono comunque in qualche modo incidere in commissione. Quindi, Cafiero De Raho dovrebbe fare un passo indietro o quantomeno astenersi dal partecipare alle audizioni della commissione su questo tema. Forse per una questione di trasparenza dovrebbe essere lui a chiedere spontaneamente all’antimafia di essere ascoltato per dire quello che sa”.