Edoardo Barbone, Ferdinando Bruni, Mauro Lamantia e la new entry Vincenzo Grassi, che interpreta Edipo Re, riescono a dar voce e volto a tutti i personaggi della tragedia, coro compreso, senza distinzione di genere, con i meravigliosi costumi dello stilista Antonio Marras con una efficacia e una dirompenza unici
Si può reinventare con un nuovo codice linguistico e scenografico accattivante e contemporaneo una delle tragedie greche più belle e importanti della storia del teatro mondiale? Sì. “Edipo Re” di Sofocle – con il sottotitolo “Una favola nera” – rivive per il secondo anno (dopo il fortunato debutto a marzo 2022) al Teatro dell’Elfo di Milano fino al 29 marzo.
La storia è nota. Edipo è il figlio del re di Tebe e di Giocasta, ma alla nascita del bambino un oracolo rivela al re che il figlio è destinato ad ucciderlo per poi stare con la madre. Viene così ordinato di uccidere il neonato, ma il servo decide, mosso da pietà, di dare il bimbo a un pastore. Quest’ultimo lo darà in affidamento al re di Corinto, Polibo e a sua moglie Peribea, che non potevano avere figli. Una volta cresciuto Edipo incontrerà durante un viaggio il re di Tebe, nonché il vero padre, e in uno scontro lo uccide. Arriva a Tebe e sconfigge anche la mostruosa Sfinge con un indovinello. Poi sposa la regina, la madre. L’oracolo è compiuto e da questo momento un susseguirsi di tragedie fino all’epilogo doloroso.
In scena Edoardo Barbone, Ferdinando Bruni, Mauro Lamantia e la new entry Vincenzo Grassi a interpretare Edipo Re. In quattro dunque riescono a dar voce e volto a tutti i personaggi della tragedia, coro compreso, senza distinzione di genere, con i meravigliosi costumi dello stilista Antonio Marras con una efficacia e una dirompenza unici. Un’ora e un quarto ipnotizzante con tutti e quattro gli attori che con un magnetismo speciale catturano lo sguardo e l’ascolto dal primo minuto. Tutto si svolge su una scena astratta e neutra, una striscia di sabbia davanti a una parete di pannelli di legno grezzo con le proiezioni di figure in bianco e nero a riprodurre la diffusione della peste, ma ci sono anche le sagome inquietanti di mostri e feti
“Anche se la tragedia ci arriva da un mondo lontano – affermano i registi Ferdinando Bruni (che recita anche in scena) e Francesco Frongia – anche se le sue storie prendono ispirazione da narrazioni ancora più remote, è difficile immaginare qualcosa di più adatto alla nostra epoca di questa forma d’arte che descrive la transizione tra un vecchio mondo che sta scomparendo e un nuovo mondo di cui ancora sappiamo molto poco”.
“Edipo Re è la mia prima esperienza con una produzione da quando ho finito l’Accademia Silvio D’Amico di Roma – racconta a FqMagazine la rivelazione Vincenzo Grassi – . Credo che questa tragedia si inserisca in un discorso più ampio che riguarda tutti i giovani, forse da sempre. Edipo fa quello che fa perché è spinto dalle emozioni e dagli stati d’animo proprie dei giovani, ovvero paura, ambizione e anche un certo amore per la vita. A conferma di questo una battuta mi colpisce molto nel finale in cui Edipo parla con gli dei e dice: ‘Volevo compiere grandi azioni e non ho fatto altro che tradirmi e consegnarmi al nulla’”.
INFORMAZIONI Teatro Elfo Puccini, sala Shakespeare, corso Buenos Aires 33, Milano
Durata spettacolo: 1 ora 15 – Orari: martedì, mercoledì, giovedì e sabato ore 20.30
venerdì ore 19.30 – domenica ore 16