Politica

Caso Consip, il mio abbraccio alla famiglia Renzi

Il tempo è spesso galantuomo, ma quanta pazienza e quanta ingiustizia. Oggi è arrivata un’altra assoluzione a favore del padre di Matteo Renzi sul vecchio caso Consip. Era il lontano 2016 e su questo caso palesemente fasullo e anomalo si sono fatte intere stagioni delle solite trasmissioni televisive e si sono scritte pagine e pagine sui soliti quotidiani. Il tutto poi condito con la colata di fango sui social e in rete.

Hanno usato indagini prive di ogni fondamento per distruggere politicamente Matteo Renzi. In questi anni abbiamo visto e assistito a situazioni veramente prive di ogni senso. Ad ogni occasione televisiva le domande a Renzi non riguardavano la Politica ma sempre le solite fasulle indagini a carico dei suoi parenti o amici. Anni ed anni così e ancor oggi in alcuni casi la musica non è cambiata.

Questo si va a collegare in maniera puntuale allo scandalo dossieraggio di questi giorni. Fatti e sospetti già erano ben noti, ma forse oggi si è vista un pochino di luce. I Ministri Crosetto e Nordio hanno chiesto giustamente una Commissione d’inchiesta sui fatti che stanno emergendo. Ma come spesso accade, quando si rischia di far saltare un sistema che tocca apparati dello Stato, in molti si girano dall’altra parte. La solita paura di una certa classe politica di disturbare il grande manovratore.

Il problema è sempre lo stesso da anni. Quando un giornale pubblica notizie riservate, atti secretati, atti di indagine coperti dal segreto istruttorio e documenti personali privi di qualunque rilievo penale è evidente che c’è qualcuno che li fa uscire da dove non dovrebbe. Queste porte magiche che favoriscono certi abusi e violazioni sono stati tollerati e permessi per una grande paura diffusa di finire nel mirino del grande fratello. E’ sempre stato così. Piccoli uomini e piccoli politici. Un cortocircuito della civiltà giuridica e sociale. Uno sciacallaggio da parte di pezzi dello Stato contro il Politico di turno che condiziona governi, ministri e opposizione.

Il tutto per quale interesse? Un interesse non certo nazionale, ma che può anche essere frutto di altri apparati esteri. Su questo filone tanto si potrebbe scrivere. Come diceva Giovanni Falcone, bisognerebbe seguire il denaro per capire i mandanti. Ed è per questo che una Commissione d’Inchiesta sarebbe utile e necessaria. Ma oltre a questo occorre ripristinare alcuni principi di civiltà e buon senso. Per prima cosa bisognerebbe eliminare per sempre lo sciacallaggio pseudo giornalistico-giudiziario. Bisognerebbe riportare ognuno a svolgere il proprio ruolo con il rispetto deontologico e morale. Ma questo si potrà ottenere solo con coraggio e con una classe politica degno di questo nome. Assistiamo a politicanti che litigano su ridicole questioni personali al solo scopo di ottenere un briciolo di visibilità utile solo a loro stessi. All’Italia abbiamo avuto una grande possibilità con Mario Draghi ma siamo riusciti a rovinarla per colpa di un ridicolo Giuseppe Conte. Questa la realtà.

Le scuse per tutte queste pagine piene di calunnie nei confronti di Matteo Renzi non bastano più. Ci vorrebbero giorni e giorni di trasmissioni dove si ripristinasse la verità e si potesse finalmente parlare di temi veri che interessano ai cittadini. Anche perché, come dimostrano le ultime due elezioni regionali, circa il 50% dei cittadini non va a votare. E questo dato non interessa al sistema. Meno siamo e meglio stiamo, come diceva il mitico Renzo Arbore.

Bisognerebbe semplicemente riprendere in mano i fili del passato e della storia per riannodare i principi costituzionali realmente ancora da applicare. Una vera separazione dei poteri, un rispetto dei ruoli, nessun conflitto d’interesse e un vero giornalismo di semplice informazione e non di propaganda spicciola. Per ora questa la storia. Un abbraccio alla famiglia Renzi.

LA RISPOSTA DEL DIRETTORE
Caro Viola,
Credo che non ti sia sfuggito come nel dispositivo della sentenza si renda noto che Carlo Russo, il giovane amico di Tiziano Renzi, sia stato assolto perché il reato di traffico d’influenze a lui contestato è stato riqualificato in truffa. Ai danni di chi? Dell’impreditore Romeo, attuale editore del Riformista, a cui secondo i giudici di primo grado Russo aveva fatto balenare la sua capacità di intervenire (a pagamento) sui vertici Consip . Per i giudici però tutto questo non era traffico d’influenze, perché Russo non era realmente in grado di incidere sulle scelte dei vertici Consip (e forse non lo voleva nemmeno fare). Per loro Russo puntava solo a incassare denaro, contratti e altre utilità (effettivamente erogate) sbandierando i suoi legami (esistenti e conosciuti) anche con Tiziano Renzi. Una volta si sarebbe detto millantato credito. I giudici però alla luce di una recente sentenza della cassazione dicono che è truffa, ma non possono procedere perché si tratta di un reato perseguibile solo a querela di parte. Ed ovvio che in casi come questi il presunto truffato non denunci perché così ammeterebbe di aver pensato di trarre un vantaggio utilizzando metodi illeciti. Sugli altri imputatati ora assolti aspettiamo invece le motivazioni della sentenza. Le indagini non erano insomma fasulle. Del marcio in questa storia c’era: lo certifica persino la sentenza di assoluzione. Ma come sempre è stato necessario attendere il processo (da noi seguito in ogni fase) per capire quale fosse per il collegio di primo grado la verità giudiziaria. Quanto a Renzi junior ti ricordo che politicamente si è distrutto da solo annunciando che avrebbe lasciato la politica in caso di sconfitta referendaria e non a causa di questa inchiesta di cui doverosamente si è occupata la stampa visto che coinvolgeva parlamentari, ex presidenti del consiglio e funzionari pubblici. Le fughe di notizie su atti secretati (i giornalisti hanno il dovere di pubblicare notizie di interesse pubblico) non hanno modificato di una virgola la situazione. Sono deprecabili, se avvengono per interessi di stati esteri (cosa finora non dimostrata) sono inquietanti, ma non sono un cortocircuito: fanno parte del gioco democratico in cui i giornali cercano di svelare i segreti per svolgere la loro funzione. Non per niente si verificano in tutti gli stati non governati da regimi, a partire dagli Usa dove a volte è stato violato persino il segreto di Stato (Pentagon Papers e Wikileaks, ad esempio). Quanto nella regola di seguire il denaro concordo con te. A oggi però, come detto chiaramente dal procuratore di Perugia Cantone, titolare delle indagini sui cosiddetti dossieraggi, non ne è stata trovata traccia. Vedremo in futuro: visto che so cosa a volte accade nei rapporti tra giornalisti e le loro fonti sarei abbastanza sorpreso se saltasse fuori. Ma non azzardo previsioni.

Con amicizia
Pg