Il centrosinistra in Abruzzo confidava in un forte aumento della partecipazione al voto, così da poter avere delle concrete chance di vittoria con Luciano D’Amico contro il presidente di Regione uscente Marco Marsilio. Il dato finale dell’affluenza è stata una doccia fredda. Un punto in meno rispetto a 5 anni fa.
“Siamo delusi, è il dato più basso dal 1995. Un disinteresse – commenta il coordinatore regionale del M5S, Gianluca Castaldi – che né noi né l’altra coalizione siamo riusciti a ribaltare, questo è molto grave per la democrazia. Un brutto dato”. Castaldi predica cautela davanti a exit poll e alle prime proiezioni che danno D’Amico dietro di circa dieci punti rispetto a Marsilio. “E’ ancora presto”, dice. Ma una prima analisi Castaldi la fa. “Noi abbiamo messo in campo contro un plotone di candidati porta-voti di centrodestra competenza, pacatezza, tolto gli egoismo di partito e io credo che la partita sia ancora aperta”. Un dato comunque sembra emergere nettamente: il centrodestra straripante nella provincia de L’Aquila, dove è finita 70 a 30. Un divario schiacciante. “Una provincia che è stata sempre difficile per noi”, commenta amaramente Castaldi.
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