Ben sei settori chiusi, possibilità di entrare al Franchi al massimo mezz’ora prima del fischio d’inizio e divieto assoluto di portare all’interno zaini, borse e power bank. La sequela di limitazioni decisa per il ritorno degli ottavi di Conference League che vedrà la Fiorentina ospitare gli israeliani del Maccabi Haifa ha provocato l’irritazione della tifoseria organizzata viola. Tra l’altro, sono previste anche altre misure in città con il rafforzamento della sicurezza in previsione dell’arrivo di almeno un migliaio di israeliani, ma potrebbero essere molti di più visto che all’andata, a Budapest, erano circa 2.500 i fan giunti in Ungheria per seguire la squadra.
Così quando la Fiorentina ha reso note le regole d’ingaggio per accedere allo stadio giovedì sera, la Curva Fiesole ha deciso di prendere posizione su una questione che loro stessi definiscono “spinosa”. La premessa degli ultras è che “come tutti sanno” la curva “non è un luogo per promuovere idee politiche” ma “non è “non è neppure uno spazio sociale dove le persone si fanno prendere in giro o mettere i piedi in testa dal potere di turno”.
E qui inizia una dura presa di posizione: “La sorte ci ha messo davanti una squadra che viene da un paese che si dice ‘in guerra’, ma che in realtà sta massacrando una popolazione civile, inerme. Sono più di 10.000 i bambini uccisi in poco più di tre mesi. Vogliamo rimarcare che Israele è ad oggi sotto accusa alla Corte dell’Aia per genocidio: accusa non archiviata”, ha messo nero su bianco la tifoseria della Fiorentina.
“Ricordiamo, senza entrare nel merito della decisione, che le squadre di calcio appartenenti alla Federazione Russa sono escluse dalle competizioni Uefa a seguito della guerra in Ucraina. La Uefa, dall’alto dei principi morali che si vanta di sostenere, non ha nulla da dire sul massacro in corso in Palestina? Oppure dobbiamo dedurre che ci siano morti di Serie A e Serie B?”, si chiedono gli ultras del club toscano. “La Uefa – attaccano ancora – sta a guardare compiacente, sputando su quella retorica della pace e del rispetto per i bambini di tutto il mondo”.
Ma soprattutto denunciano “l’ennesima gestione repressiva nei nostri confronti” con “l’assurdo obbligo di entrare entro le 18.15 in una giornata lavorativa. Tutto questo, pare, per poter garantire la visita di una tifoseria che a Budapest si è presentata coi vessilli inneggianti a un esercito che attacca i civili, colpevoli di attendere acqua, cibo e medicinali”. Quindi l’annuncio di voler trasgredire l’obbligo di entrare nei settori del Franchi al massimo mezz’ora prima del fischio d’inizio: “La Curva Fiesole si presenterà come di consueto ai cancelli poco prima dell’avvio della partita. Invitiamo tutta la tifoseria che deciderà di entrare dopo le 18.15 a ritrovarsi con noi ai giardini della Curva Fiesole e a presentarsi con noi ai tornelli – concludono – Spetterà a chi di dovere decidere se farci entrare o meno. La nostra coscienza è nel posto giusto”.