“Siamo di fronte a una divisione drammatica geopolitica e i più grandi poteri di questo mondo sono gli uni contro gli altri. Quando ho iniziato la mia attività politica c’era un mondo bipolarizzato: c’era il blocco sovietico e quello occidentale. Certo, c’erano delle discussioni e dei conflitti tramite terzi, ma c’erano delle luci. Le cose erano prevedibili, c’erano modi in cui le due superpotenze comunicavano e quindi erano in grado di ridurre gli armamenti e cercare di controllarli. Sapevamo che in un mondo pur diviso c’erano delle regole che venivano rispettate. Poi c’è stata, quando ero Primo Ministro, la supremazia degli americani e la crisi del Timor Est: la cosa importante era convincere il Presidente degli Stati Uniti che un intervento fosse necessario per evitare un massacro. Quando si convinse il Presidente degli Stati Uniti d’America, tutti erano d’accordo e il Consiglio di Sicurezza ha votato, l’Indonesia ha accettato l’intervento e il problema di Timor Est fu risolto. Se oggi succedesse la stessa identica cosa sono assolutamente certo che non accadrebbe nulla di simile. Quello a cui ci troviamo di fronte è che ci siamo spostati sempre più da questo mondo unipolare a un mondo ancora non multipolare, anche se ci sono naturalmente delle potenze che emergono. È essenzialmente un mondo caotico perché non c’è rispetto, c’è un’impunità completa perché le superpotenze non si parlano in modo efficace e non riescono a pervenire ad un accordo sulle problematiche chiave. Ogni Paese, ogni luogo del mondo, sembra poter fare quello che vuole con l’impunità totale. È quello che succede con il conflitto ucraino, o nel Medioriente, o quello che è accaduto in Africa e in Myanmar: c’è sempre questa sensazione di impunità e la cosa drammatica è che noi dobbiamo tenere in considerazione i valori della nostra Carta delle Nazioni Unite, il diritto nazionale, il diritto territoriale e internazionale, e questi valori sono stati messi sotto accusa.” Così António Guterres, ospite di Fabio Fazio a Che Tempo Che Fa sul NOVE.