Riccardo Agresti, preside dell’Istituto comprensivo “Corrado Melone” di Ladispoli dove un bambino di sei anni affetto da un deficit di attenzione e iperattività (Adhd), era stato allontanato per ventun giorni dalla scuola e poi reintegrato solo grazie al Tribunale amministrativo regionale, è stato sospeso. A comunicare in maniera ufficiale il provvedimento è una nota del ministero dell’Istruzione e del Merito che nelle prime ore di oggi ha chiarito la vicenda già circolata nelle ultime ore in città: “A seguito dell’ accertamento ispettivo, l’ufficio scolastico regionale del Lazio ha disposto la sospensione del dirigente scolastico dell’istituto, nelle more dell’indagine voluta dal Ministro e delle conseguenti valutazioni di carattere disciplinare. Al suo posto l’Usr ha nominato un reggente”. Un provvedimento disciplinare che a quanto pare prevede un’ interruzione del lavoro almeno per trenta giorni giorni fino a un massimo di sessanta. Alla scuola “Melone” è già arrivata la professoressa Mondelli, mentre la “Don Milani” dove Agresti era reggente sarà guidata dalla professoressa Baldi.
Il caso è nato nei giorni scorsi quando l’avvocato della famiglia ha denunciato ai media il fatto: secondo le ricostruzioni il preside, nonostante la decisone del Tar che disponeva l’immediato rientro in aula, non avrebbe fatto mettere piede in classe all’alunno. La decisione di lasciare a casa il bambino era stata presa lo scorso 26 febbraio ma il padre, una volta ricevuta la mail dalla scuola, si è rivolto a un avvocato che ha presentato ricorso al Tar del Lazio per chiedere di annullare la sospensione del figlio.
La risposta del tribunale amministrativo è arrivata il 4 marzo. Immediata la reazione del ministro che attraverso l’Ufficio scolastico regionale ha inviato gli ispettori arrivati al “Melone” il 7 marzo, quando il preside ha deciso di far tornare in classe il bambino dicendo che il giorno precedente non era a conoscenza del “reintegro” disposto dai giudici: “La segreteria non aveva ancora aperto la posta e quindi nessuno, nemmeno io, sapeva della decisione del Tar di fermare l’allontanamento. Una volta letto il provvedimento, ho dato disposizione di non impedire l’accesso”. Un ritorno tra i banchi problematico tanto che – secondo quanto riportato dal Corriere della Sera – dopo sole due ore di attività didattiche il preside ha deciso di chiamare i genitori dicendo loro che era “impossibile gestirlo”.
Una situazione che è finita sulla scrivania di Valditara. Il ministro dell’Istruzione e del Merito ha espresso la sua ferma condanna dell’accaduto, definendolo un fatto “che colpisce” e che “non deve ripetersi”. Ora la sospensione del dirigente scolastico. Gli ispettori che sono intervenuti per verificare la regolarità degli atti formulati dal dirigente hanno fatto una puntuale relazione che ha portato i vertici dell’Ufficio scolastico regionale a prendere una decisione che si può definire senz’altro rara.