di Michele Versace
Di norma per spostare a destra l’elettorato è sufficiente creare paura e incertezza. Il caso italiano è anomalo, anche se risponde comunque a quanto sopra descritto: gli italiani sono di fatto presi tra l’incudine e il martello, ossia tra il desiderio di giustizia e onestà e la paura di incappare nelle maglie della giustizia che vorrebbero applicata sì, ma solo verso gli altri.
Perché in fondo, diciamocelo, siamo tutti un po’ furbetti (e non da oggi, basta leggere “viaggio in Italia” di Goethe), e proprio questa furbizia innata impedisce di fidarsi della legge, di desiderare davvero l’onestà sopra ogni cosa. Un esempio è quanto avviene in politica, dove nessuno batte ciglio se un candidato di destra viene arrestato per sfruttamento della prostituzione dopo aver detto l’esatto contrario nei suoi comizi, o un esponente del Pd finisce nei guai per un giro di mazzette. Ma chi auspica e promette tolleranza zero sul “malcostume”, è visto con sospetto e perché no? Con timore, il timore di dover rinunciare alle proprie piccole furbate: raccomandazioni, conoscenze, piccola evasione, concorsi pilotati e quant’altro è nella disponibilità dei cittadini comuni, soprattutto la piccola borghesia dei colletti bianchi.
Così quando si tratta di votare per decidere il destino della propria comunità, gli elettori “militarizzati” di destra o sedicente sinistra, obbedienti come soldatini si recano ai seggi, e chi non si riconosce con la politica reazionaria o finta progressista, piuttosto che rischiare di rinunciare ai loro piccoli privilegi illeciti, se ne stanno a casa. Tanto qualcosa succederà, tanto in un modo o nell’altro la sfangheranno, e proteggendo il proprio orticello lasceranno il paese scivolare nel baratro.