La notizia la conoscete: lo street artist napoletano Jorit ha chiesto un selfie a Putin durante il Forum internazionale della Gioventù a Sochi. La motivazione di questa bizzarra richiesta? Per dimostrare all’Occidente che Putin è umano. Come se bastasse un selfie! Certo che Putin è umano, nessuno lo ha mai messo in dubbio, forse però bisogna intendersi sul significato della parola “umano”. Gli umani possono fare tante cose meravigliose, possono comporre sinfonie celestiali per esempio e dare carezze ai bambini, possono concepire l’assoluto e donare tenerezza, ma gli umani fanno anche cose poco simpatiche, tipo: massacrare i ceceni, soffocare il pensiero libero, invadere l’Ucraina, abbandonare i cani in autostrada, purtroppo anche queste sono cose umane. In questo senso Putin è molto umano. Non c’è alcun dubbio al riguardo.

Anche bombardare i bambini di Gaza è molto “umano”, ahimè, ahinoi. Anche infagottarsi di puro egoismo sociale e non vaccinarsi durante una pandemia è molto umano. La parola umano contiene contraddizioni, dobbiamo accettarlo. Siamo animali assurdi e deliranti.

Va detto che l’iniziativa dello street artist ha però avuto un esito sorprendente, ha rivelato che anche Putin ha il senso dell’umorismo, pare che abbia replicato: “Certo, ma non mi darai un pizzicotto per assicurarti che io sia reale?”. Devo ammettere che la battuta è di buona fattura, anche Ronald Reagan fece una battuta splendida dopo l’attentato, in sala operatoria, disse all’équipe medica: “Spero che siate tutti repubblicani”. Jorit è riuscito a dimostrare che anche i dittatori hanno il senso dell’umorismo, caratteristica peculiare dell’essere umano. Ovviamente non siamo ai livelli di Woody Allen che replicò alla famosa frase di Einstein “Dio non gioca a dadi con l’universo”, commentando così “Sì, ma gli piace giocare a nascondino”. Woody Allen è migliore di Putin!

Comunque, stabilito che anche un feroce dittatore imperialista in un recesso del proprio essere conserva il senso dell’umorismo, quindi è umano, non si possono accogliere le altre motivazioni dello street artist che parla di propaganda occidentale. Ma di quale propaganda stiamo parlando? Avete mai letto La Russia di Putin di Anna Politkovskaja? Leggetelo quel libro, è stato scritto da una giornalista russa libera e coraggiosa, uccisa proprio per il suo pensiero libero, coraggioso e umano. Se questo street artist conoscesse quel libro, si vergognerebbe a parlare di propaganda.

Per farvi capire la differenza di umanità tra Putin e Anna Politkovskaja mi limito a citare (tralasciando le innumerevoli altre nefandezze umane, troppo umane di Putin) l’episodio del teatro Dubrovka di Mosca: tra il 23 e il 26 ottobre 2002 vennero tenuti in ostaggio circa 850 civili da parte di un gruppo armato di militanti ceceni, chiedevano il ritiro delle forze di occupazione russe dalla Cecenia. Come fu risolta questa crisi dal nostro umano dittatore Putin? In questo modo: le forze speciali russe Specnaz pomparono un agente chimico all’interno del sistema di ventilazione, provocando la morte di 129 ostaggi (forse 200) e di 39 combattenti ceceni. C’era anche Anna Politkovskaja in quei giorni di crisi, lei però portava bottiglie d’acqua agli ostaggi, acqua per dissetarli, un gesto umano, ne converrete. Anche Putin fece un gesto umano, usò un gas nervino per avvelenare tutti, senza distinzione. Due umanità diverse: chi porta acqua e chi immette veleno.

Immaginate di essere uno di quegli ostaggi. Siete andati a teatro a vedere uno spettacolo teatrale, militanti ceceni vi sequestrano, sperate di essere salvati dal vostro dittatore imperialista di riferimento, sperate in un accordo, sperate che la vostra vita valga qualcosa, sperate perché sperare è umano, molto umano. Invece che cosa accade? Il dittatore ha una brillante soluzione: uccidervi insieme ai ceceni, che bella soluzione! Molto umana, veramente. Gas nervino o Fentanyl che sia. Anna, l’acqua. Putin, il gas. Due esseri umani diversi, con un’idea di umanità diversa. La mia idea assomiglia di più a quella di Anna Politkovskaja, la vostra? L’idea del nostro street artist napoletano assomiglia a quella di Putin? Ma di quale propaganda stiamo parlando?

Mi ricordo che Berlusconi si congratulò con Putin per “la brillante soluzione” alla crisi del teatro Dubrovka. Brillantissima! Che sia detto a eterna vergogna del barzellettiere di Arcore. Povero Jorit, si è perso una bella occasione, quella di dare un pizzicotto umano a Putin, dicendogli: “Questo pizzicotto è per Anna e per tutti gli ostaggi del teatro Dubrovka che hai avvelenato pur di non scendere a patti con i militanti ceceni”. Non so voi, ma io tendo a dare un certo valore alla vita umana. Proprio per questo valore sono contro Putin, proprio per questo valore sono contro i bombardamenti indiscriminati su Gaza.

Gli Stati Uniti che io amo sono quelli in cui si può protestare liberamente per la liberazione di Assange, sono gli Stati Uniti che lottano contro ogni forma di suprematismo, contro ogni forma di imperialismo, sono gli Stati Uniti di Woody Allen che è molto, molto più spiritoso di Vladimir Putin. Questi sono i miei Stati Uniti, ora però vi faccio una domanda umana: perché voi che non amate gli Stati Uniti (che poi sono gli stessi da me odiati) non siete dalla parte di Anna Politkovskaja? Era una giornalista russa, aveva un’altra idea di umanità, opposta a quella del feroce dittatore imperialista, perché non state dalla parte giusta? Dalla parte delle persone libere, dalla parte dell’umanità che ognuno di noi ha il dovere di amare, perché?

Concludendo vorrei dedicare al nostro street artist napoletano questa bella frase: “C’è solo un essere più ripugnante del boia: è il suo valletto”.

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