La sconfitta del candidato del centrosinistra e la rielezione del meloniano Marsilio confermano che in Abruzzo non c’è stato “l’effetto Todde“. Dopo lunghe ore di silenzio è arrivata l’analisi del voto dei leader della coalizione che ha sostenuto D’Amico. La segretaria del Pd esulta per “l’ottimo risultato del Pd” come lista mentre sulle alleanze rimarca la “determinazione per costruire un’alternativa alle destre”: “Continueremo a seminare con pazienza”, ha aggiunto Elly Schlein. Giuseppe Conte, di contro, ammette “il risultato modesto” del Movimento 5 stelle “che ci spinge a lavorare con sempre più forza sul nostro progetto di radicamento nei territori”. Nessun riferimento, invece, alle alleanze. Di altro tenore le dichiarazioni di Carlo Calenda che, citando la frase utilizzata dagli altri leader dopo le elezioni sarde, ricorda che è “sbagliato” parlare di “vento che cambia a livello nazionale”. Non solo, il leader di Azione insiste e stronca il concetto di “campo largo“.
Schlein: “Determinati a costruire un’alternativa” – “Fino a qualche settimana fa l’Abruzzo era dato per perso senza discussioni, il presidente uscente di Fratelli d’Italia partiva con un vantaggio di 20 punti nei sondaggi. E invece unendo le nostre forze attorno a una visione comune abbiamo riaperto la partita e ridotto quello scarto in modo significativo, ma non ancora sufficiente. Questo ci sprona a continuare a batterci con ancora più determinazione per costruire un’alternativa solida in grado di competere con la coalizione delle destre”, ha affermato la segreteria Elly Schlein. “Continueremo a seminare, sappiamo che sarà un lavoro di costruzione paziente“, sottolinea Schlein. “A volte si vince e a volte si perde, ma noi non perdiamo né la speranza né la determinazione e rilanceremo la sfida in vista delle prossime tornate e delle elezioni europee”. In merito al risultato della lista la segretaria ha ringraziato le candidate e i candidati “per l’ottimo risultato ottenuto dal Pd, che ha quasi raddoppiato il suo consenso arrivando oltre il 20%, rispetto all’11% delle ultime regionali, e crescendo di quasi 4 punti anche rispetto alle politiche dell’anno scorso”.
Conte: “Registriamo il risultato modesto del M5s” – Il presidente del Movimento 5 stelle con un post sui social definisce “un segnale chiaro” la scelta degli elettori abruzzesi e spiega di avere sentito Marsilio augurandogli “buon lavoro”. Sull’analisi del risultato Giuseppe Conte sottolinea “il risultato modesto” del Movimento che si ferma al 7%: questo, sottolinea, “ci spinge a lavorare con sempre più forza sul nostro progetto di radicamento nei territori, per convincere a impegnarsi e a partecipare soprattutto i troppi cittadini che non votano più”. “Dobbiamo farlo sulla scia della vittoria ottenuta in Sardegna, che ci ha portato qualche giorno fa ad eleggere la prima Presidente di Regione M5S della storia, Alessandra Todde. Un segnale da cui ripartire”, aggiunge Conte. Presidente del M5s che però non fa alcun riferimento agli aspetti politici di questa tornata elettorale: niente frasi sulle alleanze e nessun riferimenti al futuro del campo largo.
Calenda: “Sbagliato parlare di vento che cambia” – Punto di vista differente quello del leader di Azione. “Le elezioni abruzzesi dimostrano in primo luogo quanto sia sbagliato parlare di ‘vento che cambia’ a livello nazionale per un’elezione vinta in Sardegna per 1.600 voti, grazie al voto disgiunto nel centro destra. Purtroppo sappiamo che questa è una tentazione irresistibile per politici e media. Tralascio ogni commento relativo ai fantomatici campi larghi che non esistevano prima e non sarebbero esistiti neppure nel caso di una vittoria in Abruzzo. Ogni elezione regionale fa storia a sé ed è influenzata da dinamiche locali. Provo a sintetizzare cosa ci racconta l’esito dell’Abruzzo”. Così Carlo Calenda nella newsletter. “L’affluenza bassa delle regionali – vicina ad un elettore su due – premia il voto organizzato. Il voto di opinione continua a rimanere ai margini di questo tipo di elezione”, analizza Calenda passando in rassegna i risultati della sua lista: “Ne abbiamo una prova anche guardando i dati di Azione. Dove abbiamo un parlamentare presente sul territorio, Giulio Sottanelli, prendiamo il 7% (Teramo), dove non abbiamo parlamentari o consiglieri regionali prendiamo il 3%”. Frecciatina anche a Renzi: “Si conferma il fatto – afferma Calenda – che siamo l’unico partito dell’area liberale ad esistere sui territori e ad avere una prospettiva di crescita. Adesso pensiamo alle europee”.
I risultati dei partiti – Il risultato elettorale delle liste a sostegno di Luciano D’Amico evidenzia due risultati in particolare: il buon risultato personale del Pd e il crollo dei consensi del M5s. Il Partito democratico registra un aumento sostanziale di voti rispetto alle scorse regionali passando dall’11% (66.769 voti) del 2019 al 20,29% (117.497 voti). Cinque anni fa, invece, il Movimento 5 stelle otteneva 118.287 voti pari al 19,74%: oggi si ferma, invece al 7% con sole 40.629 preferenze. I 5 stelle perdono pertanto quasi 78 mila voti mentre il Pd ne guadagna oltre quasi 51 mila. Il lungo silenzio stampa dei due partiti può essere spiegato dalla necessità di evitare dichiarazioni che possano compromettere il dialogo in corso per trovare un accordo su un nome unitario da candidare alle regionali in Basilicata, previste tra poco più di un mese.
D’Amico: “Esprerimento campo largo straordinario” – Nella tarda mattinata di lunedì è invece intervenuto Luciano D’Amico: “Al di là del risultato elettorale, l’esperimento del campo largo l’ho trovato straordinario per la capacità che c’è stata di condivisione”, ha detto il candidato del centro sinistra. “Auspico – ha aggiunto – che possa essere riproposto in altri contesti sia regionali, sia istituzionali”. D’Amico ha raccontato di avere telefonato al neo rieletto Marsilio per congratularsi: “Il risultato è stato chiarissimo“, ha detto D’Amico: “Evidentemente – ha aggiunto – non siamo riusciti a spiegare bene la bontà del programma e dei candidati e di questo mi assumo la responsabilità“. Un commento riservato anche alla bassa affluenza: “Due abruzzesi su quattro non hanno votato e questo credo sia stata la sconfitta più bruciante”, ha concluso.