Non ci sarà alcuna audizione di Federico Cafiero De Raho in commissione parlamentare Antimafia. Da giorni il deputato del Movimento 5 stelle viene attaccato dai parlamentari di centrodestra (ma anche dai renziani di Italia viva) a proposito dell’inchiesta sugli accessi abusivi a banche dati. Il motivo? Era lui il procuratore nazionale Antimafia ai tempi in cui il sostituto Antonio Laudati e il tenente Pasquale Striano hanno compiuto gli accessi che per i pm di Perugia sono abusivi. “Si rileva chiaramente che tutti gli accessi sono stati fatti fuori dalla Direzione nazionale e che sono evidentemente tutti strumentali perché il controllo su quel settore lo avevano altri ed è evidente che una Procura importante, come la Procura nazionale, ha tante e tali articolazioni, finalità e campi in cui ci si muove che, additare me è soltanto un modo per attaccare l’opposizione che è comunque al di fuori di qualunque congegno dossieristico come quello che è avvenuto, se effettivamente è avvenuto. Credo che l’opinione pubblica lo capisca benissimo”, si è difeso De Raho.
L’audizione dell’ex magistrato, comunque, non dovrebbe avvenire. I presidenti delle due Camere, infatti, hanno manifestato l’impossibità di ascoltare un componente della stessa commissione Antimafia, che tra l’altro ricopre l’incarico di vicepresidente. Saranno invece ascoltati nei prossimi giorni il ministro della Difesa Guido Crosetto, autore dell’esposto da cui è partita l’inchiesta, e il guardasigilli Carlo Nordio. Il ministro della Giustizia avrebbe voluto che sulla vicenda si istruisse una commissione parlamentare d’inchiesta, ma oggi è stato stoppato da Giorgia Meloni. “Sta lavorando la commissione Antimafia, che ha poteri di inchiesta. Bisogna vedere dove riesce ad arrivare la commissione Antimafia, poi valutare se c’è bisogno di qualcos’altro”, ha detto la premier.
I parlamentari di Palazzo San Macuto hanno deciso di audire anche il direttore del quotidiano Domani, Emiliano Fittipaldi, e l’editore del giornale Carlo De Benedetti. L’esposto del ministro della Difesa, che aveva fatto partire le indagini, era arrivato in reazione alla pubblicazione da parte del Domani di alcuni scoop sui rapporti economici dello stesso Crosetto con alcune aziende produttrici di armi, prima della nascita del governo Meloni.
La scorsa settimana a palazzo San Macuto sono stati ascoltati l’attuale capo della procura di via Giulia, Giovanni Melillo, e il procuratore capo di Perugia, Raffaele Cantone. Nei prossimi giorni la commissione ascolterà anche i pm della Procura di Roma, il comandante della Guardia di Finanza Andrea De Gennaro, il direttore della Direzione investigativa antimafia Michele Carbone e il direttore dell’Unità di informazione finanziaria, Enzo Serata. Nella lista anche Giovanni Russo, coordinatore dell’ufficio di Striano all’epoca dei fatti e attualmente capo del Dipartimento amministrazione penitenziaria. Saranno auditi anche dirigenti della Sogei, Società generale d’informatica e dell’Ordine dei giornalisti. Per evitare il rischio di sovrapporsi alle indagini la commissione cercherà di evitare l’audizione di persone sotto inchiesta.