Nuovi scossoni dal tormentato mercato immobiliare cinese. Dopo Evergrande anche il secondo costruttore del paese, China Vanke, lotta per evitare il default sulle sue obbligazioni. Il gruppo è in trattative con le banche creditrici per mettere a punto un’operazione di scambio di debito che permetterebbe a Vanke di reperire la liquidità di cui necessita. Lo scambio riguarderebbe titoli obbligazionari per decine di miliardi di yuan. I colloqui sono coordinati dai regolatori finanziari cinesi e dal governo di Shenzhen che possiede una partecipazione nel gruppo del 27%.

Lunedì l’agenzia Moody’s ha ridotto il rating creditizio della società in territorio spazzatura. Secondo le stime dell’agenzia, il valore degli immobili venduti da Vanke è sceso di circa il 40% a 34,5 miliardi di yuan nei primi due mesi di quest’anno, dopo essere diminuito del 10% nel 2023. I suoi bond in dollari sono scambiati a meno di 47 centesimi, suggerendo un’alta probabilità di default. Le azioni e le obbligazioni di Vanke sono salite oggi sulla scommessa degli investitori sul fatto che le autorità avrebbero sostenuto la società, alle prese con passività per 181 miliardi di dollari (1,3 trilioni di yuan). Vanke ha obbligazioni internazionali per un valore di circa 14 miliardi di yuan (1,7 miliardi di euro) e bond in valuta locale per 20 miliardi di yuan in scadenza entro giugno 2025.

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