Dolcetti a forma di genitali maschili per i detenuti del carcere di Rebibbia. Non un errore, ma una sorta di vendetta della ditta finita sotto inchiesta un anno fa per frode nelle forniture per la qualità del cibo fornito. A fare l’ipotesi l’ex garante dei diritti dei detenuti Gabriella Stramaccioni, come riportano il Corriere della Sera e La Repubblica, che in passato aveva già denunciato che il vitto carcerario risultava scadente e in alcuni casi avariato. La ditta in questione quindi ha servito dolcetti al cioccolato che sembravano a forma di fallo.

La scorsa estate era emersa la notizia dell’apertura dell’inchiesta, dopo le lamentele e gli esposti, da parte della procura di Roma. L’ipotesi è che il caffè fosse preparato con i fondi, che la carne risultasse scadente e anche il latte fosse annacquato. I pm titolari dell’inchiesta, Gennaro Varone e Giulia Guccione, avevano quindi incaricato laboratori istituzionali per analizzare la qualità del cibo. La ditta quindi è finita nel mirino degli inquirenti per frode in pubbliche forniture. Dopo le segnalazioni la ditta avrebbe abbassato i prezzi dei prodotti venduti allo spaccio interno e garantito che la qualità del cibo sarebbe stata migliore e con una maggiore attenzione alla scelta delle materie.

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