Continua la battaglia alla pirateria, nel calcio ma non solo. Un mese fa è stato lanciato il sistema Piracy Shield, la piattaforma anti-pezzotto che ha l’obiettivo di bloccare la visione di contenuti in streaming, principalmente live, su siti pirata. Una richiesta esplicita in particolare della Serie A, che sui soldi dei diritti tv si gioca la sua sopravvivenza. Ma ora sono previste altre novità, annunciata direttamente dal commissario Agcom, Massimiliano Capitanio: non solo mettere al bando i siti illegali, ma anche “multare gli utenti di pezzotto“, ha spiegato il capo dell’Autorità garante delle comunicazioni in un post su Linkedin, annunciando che “a breve arriveranno sanzioni da 150 a 5000 euro“.

Una novità dirompente. Fino ad oggi infatti chi guardava le partite di calcio o altro su piattaforme pirata rischiava poco o nulla, oltre all’eventuale interruzione dello streaming. Ora invece scattano le multe per tutti coloro che hanno fruito della pirateria per guardare i match illegalmente in streaming. Utenti individuati principalmente proprio dal sistema Piracy Shield, sotto l’egida dell’Agcom. “Il modo migliore per combattere la pirateria è contrastare le associazioni criminali ma anche quelle legali (!) che fanno business rubando proprietà intellettuali. Purtroppo una tappa necessaria, anche se probabilmente impopolare, sarà quella di multare gli utenti di pezzotto, gli utenti delle applicazioni facilmente scaricabili dagli store Android ed Apple ma anche dai portali Amazon, gli utenti dei tanti siti facilmente raggiungibili dai motori di ricerca (che ancora non collaborano come dovrebbero)”, è il messaggio di Capitanio.

L’inasprimento delle pene fa parte di uno sforzo più ampio volto a scoraggiare la visione illegittima delle partite: un mondo che non riguarda solo gli abbonamenti a Iptv o a portali web clandestini, ma abbraccia un ampio spettro di app facilmente reperibili su store digitali quali appunto PlayStore, AppStore e Amazon. Questi software, spesso gratuiti, costituiscono uno dei canali principali per la fruizione non legittima di competizioni sportive. “Forse non è ancora chiaro – prosegue Capitanio – che, a breve, arriveranno sanzioni da 150 a 5000 euro, e questo, come per tutte le multe, è un passaggio che si vorrebbe evitare ma che si è reso necessario, anche perché chi fa business illegalmente sta facendo credere agli ignari utenti che non succederà nulla (utente avvisato…)”. Poi il commissario Agcom conclude: “Nel frattempo anche la Spagna si muove nella stessa direzione. Un fronte comune in Europa non può che far bene”.

Come funziona lo scudo anti-pezzotto
Nel funzionamento della piattaforma Piracy Shield ci sono numerosi attori coinvolti: i titolari dei diritti sportivi hanno il compito di denunciare la trasmissione pirata e i siti da bloccare, poi gli operatori della piattaforma genereranno un “alert” che verrà distribuito ai provider (operatori delle comunicazioni) che procederanno al blocco della trasmissione entro 30 minuti. Dunque l’utente che sta guardando la partita di calcio (o un altro evento) da un sito illegale, verrà indirizzato verso una nuova pagina dove ci sarà scritto che ““il sito in oggetto è illecito ed è stato sottoposto a blocco da parte dell’autorità”. Nel caso dei match di pallone è particolarmente importante il tempo, dato che le partite durano 90 minuti e sono trasmesse da “pirati” che sono in grado di generare facilmente nuovi indirizzi. La piattaforma, che riesce a bloccare i siti a livello di Ip, è stata creata da una startup milanese, la Sp Tech, una costola dello Studio Legale Previti, specializzata nella difesa del diritto d’autore.

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