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Ranucci a La Confessione (Rai3) di Gomez: “Ecco come ho salvato il ragazzo che faceva parte del gruppo di fuoco contro di me”

Un incidente quasi mortale e un salvataggio in extremis alla persona che forse meditava di ucciderti. Sigfrido Ranucci, ospite de La Confessione di Peter Gomez in onda martedì 12 marzo alle 23 su Rai3, racconta un episodio narrato anche nel suo ultimo libro ‘La Scelta’ (Bompiani). “E’ vero che lei senza saperlo ha salvato una delle persone che probabilmente era incaricata di ucciderla?”, chiede il conduttore. Così comincia il racconto: “Era una delle persone che apparteneva allo stesso giro dei presunti killer. Ho sentito un giorno, rientrando dalla redazione, un grande schianto vicino casa e vedo un motociclista che era in una pozza di sangue perché si era reciso l’aorta femorale. – spiega il conduttore di Report, che dal 2020 vive sotto scorta – Chi è motociclista, come lo era mio padre, sa che in quel momento hai pochissimi minuti per intervenire e fermare l’emorragia, cosa che ho tentato di fare immediatamente”.

E’ una scena impressionante: “Questa persona aveva la mandibola spaccata, il casco quasi tolto, la motocicletta era senza bollo e senza assicurazione. – dice ancora il giornalista – Mi trovavo in questo contesto di emergenza e si avvicinava pure il proprietario della moto che cercava di portarla via prima che arrivasse la polizia”. Poi è arrivata l’ambulanza “e l’uomo è riuscito a salvarsi”. Domanda allora il direttore de ilfattoquotidiano.it: “Come hai capito che era collegato (al tuo attentato, ndr)? “Perché più tardi ho saputo il nome attraverso degli amici dei miei figli che sono lì a Pomezia e abbiamo ricostruito chi era questo personaggio legato ad ambienti di spaccio della zona”, risponde Ranucci che nel suo libro prosegue: “Molto tempo dopo aver salvato il motociclista che si era schiantato davanti al cancello di casa mia, scoprii che si chiamava Ardian, era un giovane ragazzo albanese che avrebbe dovuto far parte di un gruppo di fuoco assoldato per mettere nel mirino proprio me. – si legge – Non ho mai provato rammarico per averlo salvato da morte certa. Trovo consolazione nel pensare che quel mio salvataggio, mentre ero del tutto all’oscuro di chi stessi salvando, sia stato il frutto di una scelta più nobile, quella del bene comune sopra a ogni cosa, valore inalienabile dell’umanità”.

La puntata integrale è visibile su RaiPlay