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Roberto Baggio, la figlia Valentina: “Volevo cambiare cognome. Mio padre non c’era mai, ci siamo conosciuti durante il lockdown”

Ospite di FightGently Talks, Valentina Baggio parla del rapporto con il celebre papà e di come si siano conosciuti veramente solo quando si sono trovati costretti a convivere nella stessa casa a causa della pandemia da Covid-19

di Emanuele Corbo

Siamo diventati amici negli anni della pandemia. Capisco che non siano stati anni facili […] ma posso dire che sono stati gli più belli della mia vita”. Chi parla è Valentina Baggio, figlia dell’ex calciatore Roberto Baggio, che ammette come il lockdown le abbia dato l’opportunità di conoscere e farsi conoscere da suo padre. Un rapporto non sempre facile il loro, vista la particolarità del lavoro di lui. Spesso lontano da casa, Valentina senza molti giri di parole confida di essere cresciuta senza la presenza del papà.

Ospite di FightGently Talks, Valentina Baggio spiega come il riavvicinamento sia iniziato negli anni della pandemia da Covid-19: “Sono tornata a casa, i miei genitori mi hanno conosciuto da adulta […] Ho passato molto più tempo con i miei genitori […] ho giocato a carte con mio padre per ore”.

Diversa la situazione quando lei era piccola: “Mio padre non poteva essere molto presente nella mia vita […] una cosa che mi faceva soffrire perché le mie amiche andavano in giro la domenica con il loro papà io invece lo vedevo raramente. Era più facile che lo vedessi allo stadio, perché a casa c’era davvero poco. Stavo tanto con mia madre e mio fratello. Non è stato facile, all’inizio dei miei 20 anni non ero riuscita a darmi una risposta al perché io fossi cresciuta senza un papà, non avevamo avuto tempo di conoscerci”.

E ancora: “Quando lui ha smesso di giocare avevo 14 anni, ma non ci conoscevamo: non è stato facile all’inizio, dai 14 ai 19 anni ho avuto momenti di totale ribellione. Ero tornata a vivere a Vicenza che era un paesino rispetto a Milano, mi sentivo soffocare […] Stavo da sola con lui e sentivo quasi la paura, e adesso cosa gli dico? Non sapevo di cosa parlare, sembrava che non ci conoscessimo, non avevamo passato molto tempo insieme”. A 19 anni Valentina è tornata a vivere a Milano ma si faceva vedere poco a casa dei genitori, tanto che ammette di aver visto il fratello più piccolo crescere da lontano.

Un cognome importante il suo, ma anche ingombrante soprattutto in passato: “Quando ero piccola io diventavo amica dei ragazzi e meno delle ragazze perché loro erano interessati a sapere di mio padre, volevano gli autografi e io volevo giocare a calcio con loro. […] Per tutti ero la figlia di Baggio, ma mi dicevo: ‘Provate a conoscermi. Lui è lui, io sono io, sono una ragazza normale’”. Quindi la rivelazione: “C’è stato un periodo della vita in cui chiedevo se fosse possibile cambiare cognome”. Una situazione che però, spiega lei stessa, l’ha aiutata ad avere una mente molto aperta e a porsi con rispetto nei confronti del prossimo: “Quante amicizie ho avuto intorno solo perché faceva figo o per sapere cose e poi raccontare gossip: l’etichetta a me dà molto fastidio, mi infastidisce il pregiudizio nei confronti di chiunque, io cerco sempre di capire gli altri e le loro azioni”.

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