“Tp24 cantastorie, già le mani dal presidente Antonini”. “Di Girolamo Tp24 scribacchino prezzolato”. È il testo contenuto in due striscioni apparsi domenica allo stadio Provinciale di Trapani. A esporli è stata la curva che ospita i tifosi della squadra granata. Gli insulti erano diretti a Giacomo Di Girolamo, giornalista autore di diversi libri su Matteo Messina Denaro e direttore del quotidiano online Tp24. Proprio nelle ultime settimane il cronista ha pubblicato un’inchiesta a puntate, firmata con il collega Nicola Biondo, che ricostruisce l’ascesa di Valerio Antonini, presidente del Trapani calcio. Da poco più di un anno, infatti, l’imprenditore romano è comparso sulla scena della città siciliana, acquistando in rapida successione la squadra di calcio, quella di basket (Shark) e l’emittente televisiva Telesud.
“Vivo una vita d’inferno” – Investimenti milionari, realizzati in poco tempo grazie agli ingenti guadagni ottenuti dall’imprenditore con la sua attività di broker nel campo del grano e dei cereali. “È lo stesso Antonini a raccontare tutto durante le interviste che ci ha rilasciato, non capisco perché ci ha messo la città contro“, dice Di Girolamo. Il cronista spiega che, dopo aver realizzato al sua inchiesta, ha cominciato ad avere “una vita d’inferno“. “Ogni giorno – racconta – spuntano profili falsi sui social che frugano nei miei vecchi post in cerca di chissà che cosa, orde di tifosi che ci insultano, una mattina qualcuno ha cercato di forzare la serratura della redazione”. Orfana di Antonino D’Alì, ex sottosegretario all’Interno e senatore di Forza Italia, in carcere dopo la condanna a sei anni per concorso esterno a Cosa nostra, dopo la caduta di Vittorio Morace, l’armatore che aveva portato il Trapani a sfiorare la serie A, la città più occidentale della Sicilia sembra essersi aggrappata ad Antonini, che in pochissimo tempo ha comprato tutto. È andato a vivere di fronte al tribunale, nella casa che fu del giudice Giangiacomo Ciaccio Montalto, ucciso dalla mafia nel 1983, ha acquistato gli ex immobili del Trapani calcio che appartenevano alla compagnia di navigazione Ustica Lines, è stato testimonial del sindaco Giacomo Tranchida alla scorse comunali, senza però finanziarne la campagna elettorale. Ora sogna di realizzare un nuovo stadio con annesso centro commerciale e punta a prendersi persino l’aeroporto di Birgi. “Il clima a Trapani è molto pesante – spiega Di Girolamo – a parte Assostampa, nessuno ha criticato quello che mi è successo, la politica è rimasta in silenzio, nessuno si vuole mettere contro i tifosi e il presidente Antonini”.
L’attacco dell’imprenditore – Fino a ora il patron del Trapani calcio non ha preso le distanze dagli striscioni esposti dai suoi tifosi. Anzi, dagli schermi della sua tv locale, Antonini ha attaccato Di Girolamo in due diverse occasioni. Nell’ultima ha spiegato di aver “ottenuto quello che volevo, cioè la risposta di coesione straordinaria della città che ha espresso il suo diritto alla parola e al linguaggio, come lo ha espresso il giornalista, senza usare violenza e minacce. Quindi credo che questa levata di scudi probabilmente è stata inopportuna anche perché non fa altro che gettare benzina sul fuoco, quando in questo momento probabilmente tutti gli attori in causa dovrebbero provare a spegnere una situazione che non deve esistere, nata da un’inchiesta che si è rivelata fallimentare”.
Il grano e Maradona – L’inchiesta fallimentare, secondo Antonini, è quella di Tp24. All’imprenditore, evidentemente, non sono piaciuti gli articoli firmati da Di Girolamo. Il giornalista ricostruisce il passato dell’imprenditore, ma lo fa riportando fedelmente numerose dichiarazioni rilasciate dallo stesso Antonini. È il patron del Trapani a parlare della sua ascesa come broker della “farina” con la Molino Alimonti e poi con il gruppo Casillo, occupandosi della “compra-vendita nei mercati internazionali delle materie prime agroalimentari: grano, mais, soia e derivati”. Racconta della sua amicizia con Diego Armando Maradona, conosciuto nel 2000, che lo ha introdotto a Fidel Castro, Hugo Chavez ed Evo Morales, aprendogli le porte di ricchi accordi economici con Paesi come Cuba, Venezuela e Bolivia. Lo stesso Antonini rievoca con i giornalisti di Tp24 il video girato dalla Cnn in cui lo si vede alle spalle del Pibe de oro che saluta il leader venezuelano Nicolas Maduro. Parla di altri accordi commerciali per la vendita del grano, orzo e mais con il governo dell’Iran, ma anche della sua vita tra Miami e la Svizzera. E pure dei suoi affari recenti a Trapani, dove ha deciso di trasferirsi per seguire la sua futura moglie.
Soldi, rapporti e società – Gli articoli del giornalista siciliano ricostruiscono, visure camerali alla mano, anche le società di Antonini sparse nel mondo: dagli States, all’Inghilterra, passando per il Lussemburgo, la Svizzera e Hong Kong. Lo stesso imprenditore riferisce che nel 2023 ha raggiunto un “fatturato di 300 milioni di euro”, e “vanta una liquidità nei conti per 33 milioni di euro”. Poi cita i suoi rapporti con Silvio Berlusconi e con Luigi Bisignani, che definisce uno dei suoi “più fidati consiglieri” e che a giugno sarà il suo “testimone di nozze”. Tra i nomi citati da Antonini anche Roberto Schifani, figlio del governatore siciliano, uno sei suoi “consulenti e avvocati”, inserito nell’organigramma del Trapani calcio e basket, e che ha seguito l’acquisizione di Telesud tramite lo studio legale Pinelli-Schifani.
La nota dell’Assostampa – Quasi assoluto fino a questo momento il silenzio sulla vicenda degli striscioni esposti per insultare Di Girolamo. Finora solo l’Assostampa Sicilia ha diffuso una nota per esprimere vicinanza ai giornalisti di Tp24 e non ritenere “sufficienti le dichiarazioni del presidente Antonini, che invece di condannare in modo netto le scritte, le ha nella sostanza giustificate, rivendicando il merito di una esposizione ridotta a pochi minuti”. Il sindacato dei giornalisti ha chiesto al prefetto di Trapani, Daniela Lupo “di segnalare questi fatti al Centro di coordinamento sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti del Dipartimento della Pubblica sicurezza, presieduto dallo stesso ministro dell’Interno e di cui fa parte anche il nostro segretario generale della Fnsi, Alessandra Costante“. Anche la Figec Cisal, Federazione Italiana Giornalismo Editoria Comunicazione, esprime “preoccupazione per l’attacco al diritto di informazione e alla libertà di stampa”.