Anche questa volta il Consiglio comunale di Milano ha negato la cittadinanza onoraria a Julian Assange. Nella seduta di lunedì – mentre fuori da palazzo Marino si teneva un presidio di cittadini e associazioni – non è stata approvata la cittadinanza fondatore di WikiLeaks, che attende la decisione dell’Alta Corte inglese sull’estradizione negli Stati Uniti, dove il giornalista rischia una condanna a 175 anni di carcere. L’ordine del giorno era stato presentato dai consiglieri Enrico Fedrighini (del Gruppo Misto), Carlo Monguzzi (di Europa Verde) e Rosario Pantaleo (del Partito democratico), ma ha ottenuto solo 7 voti a favore, 12 contrari e 6 consiglieri si sono astenuti. I consiglieri comunali di Milano sono 48 e la maggioranza è rappresentata dai partiti di centrosinistra che sostengono il sindaco Beppe Sala. E – anche questa volta – maggioranza spaccata e niente cittadinanza onoraria.

“Il fatto che per la seconda volta a Milano venga bloccata l’assegnazione della cittadinanza onoraria a Julian Assange è semplicemente scandaloso“, commentano Sabrina Pignedoli e Maria Angela Danzì, europarlamentari del Movimento 5 Stelle. “È stato negato dal Consiglio comunale un gesto simbolico di solidarietà nei confronti del fondatore di WikiLeaks. Il fatto ancora più scandaloso – aggiungono – è che questa decisione politica provenga da una maggioranza di centrosinistra che si autodefinisce come progressista. Evidentemente c’è qualcuno a cui va bene la repressione della libertà di stampa emblematica in questo caso, ribadita da associazioni di giornalisti, Amnesty International e da numerosi Comuni italiani che hanno nominato Julian Assange cittadino onorario”. “La nostra battaglia – concludono Pignedoli e Danzì – terminerà solo quando Julian sarà dichiarato cittadino libero”.

Qualcosa di simile era già accaduto nel maggio del 2022. La mozione presentata da Europa verde, che chiedeva di nominare il giornalista australiano cittadino del capoluogo lombardo e di opporsi alla sua estradizione, ha trovato l’opposizione del Pd che ha presentato due emendamenti (poi approvati dal Consiglio): uno per togliere la richiesta della cittadinanza onoraria e uno per cancellare il riferimento all’estradizione. Così, dopo quasi due anni, il centrosinistra di Milano torna a diversi.

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