In un mondo in cui l’audacia e l’innovazione segnano i confini dell’impossibile, Clive Palmer, multimiliardario australiano e magnate del settore minerario, rilancia il suo ambizioso progetto: costruire una replica del Titanic, il transatlantico la cui tragedia nel 1912 ha segnato la storia marittima. Dopo un decennio di annunci eclatanti, progettazioni, e altrettanti rinvii, Palmer, sfidando scetticismo e scaramanzia, assicura che questa volta il sogno diverrà realtà. Nella suggestiva cornice della Sydney Opera House, Palmer ha condiviso la sua visione, promettendo con la sua compagnia Blue Star Line di portare in vita “la nave dell’amore, simbolo di stile e lusso supremo“. Eppure, tra le grandi promesse, emerge un dettaglio non trascurabile: l’assenza di un cantiere navale designato per la realizzazione.
Il viaggio di Palmer, dalla sua conferenza al Ritz Hotel di Londra dieci anni fa, fino agli attuali annunci, è costellato di svolte e rilanci: dall’esperienza politica alla guida di iniziative legali e turistiche, senza tralasciare impegni finanziari milionari. Nonostante il progetto fosse stato messo in pausa nel 2015 a causa di dispute finanziarie, e nonostante i tentativi di rilancio, fino ad oggi nessun cantiere ha visto l’inizio effettivo dei lavori.
La pandemia di Covid-19 ha ulteriormente complicato i piani, ma Palmer non demorde: “Ho più soldi ora“, afferma, sottolineando la sua determinazione a realizzare il Titanic II. Con il progetto che prevede di replicare proprio il tragico viaggio del 1912 da Southampton a New York per giugno 2027, Palmer punta a superare gli ostacoli che finora hanno frenato il suo sogno, promettendo di finalizzare i contratti entro la fine dell’anno.
Nel progetto del nuovo Titanic, modernità e sicurezza si fondono con la nostalgia: lo scafo saldato, stabilizzatori moderni, e sistemi all’avanguardia per il trattamento dei rifiuti e la depurazione dell’acqua, sostituiranno le obsolete tecnologie del passato. Nonostante il vasto interesse e l’entusiasmo, il progetto di Palmer non è esente da critiche: la scaramanzia e le accuse di cattivo gusto si intrecciano ai dubbi sulla fattibilità dell’impresa. L’ultima sopravvissuta al naufragio del Titanic, Millvina Dean, aveva espresso la sua netta opposizione, evidenziando come il ricordo del disastro sia ancora vivo nella memoria collettiva.