Con l’avvicinarsi delle elezioni europee del prossimo giugno, mi sembrava giusto ricordare agli elettori di un paio di prassi molto in voga del nostro paese che ritengo truffaldine. Le pratiche sono almeno tre: quella dei “candidati civetta”, delle candidature in più circoscrizioni , nonché i famosi voltagabbana.
Per candidati civetta intendo personaggi noti, spesso capi di partito ma non solo, che si candidano al solo fine di far scrivere il loro nome sulle schede elettorali per racimolare quanti più voti possibili, per poi, il giorno dopo le elezioni, ritirarsi (non accettare l’eventuale elezione) facendo scaricare i voti racimolati sui candidati (spesso sconosciuti e che mai altrimenti sarebbero stati eletti) che seguono il candidato civetta in lista.
La candidatura in più circoscrizioni invece consiste nel candidarsi in più (anche tutte le) circoscrizioni quando ovviamente si può essere eletti in una sola di queste. Lo scopo è sempre quello di prendere voti che poi andranno ai candidati successivi in lista. Inoltre il candidato potrà scegliere (come fosse al ristorante) quale circoscrizione accettare, se vincente in più di una, o moltiplicare ovviamente le chance di essere eletto, il tutto sempre fuorviando gli elettori, che pensano, scrivendo il suo nome sulla scheda, di votare per Caio e invece finiscono per ritrovarsi Sempronio. Un esempio su tutti? Il recentissimo caso di Matteo Renzi che ha annunciato “mi candido in tutte le circoscrizioni”.
Meglio diffidare quindi da chi prende in giro gli elettori con trucchi del genere.
C’è poi una questione non di minor conto che balza agli occhi consultando le liste degli eletti al parlamento europeo 5 anni fa e leggendo i partiti di appartenenza. Mi riferisco alla questione voltagabbana: il cittadino vota Tizio candidato in un determinato movimento o partito che si dice convintissimo di quelle idee, che farà sue in Europa con tante altre belle promesse, e dopo qualche tempo questo/a prende e passa ad un altro partito, tradendo la volontà degli elettori, ovviamente senza dimettersi.
Il M5S sembra purtroppo quello più sensibile a questo problema, se è vero come è vero che a 5 anni dalle scorse elezioni, la percentuale di “voltagabbana” tra i 14 eletti pentastellati al parlamento europeo, ben 5 (in percentuale il 35%) sono passati ad altro partito o hanno comunque lasciato il movimento. Parlo di Isabella Adinolfi (passata a Forza Italia), Fabio Massimo Castaldo (passato ad Azione di Calenda), Chiara Gemma (passata a Fratelli d’Italia), Dino Giarrusso (non più M5S), Daniela Rondinelli (passata al Partito Democratico).
Beppe Grillo anni fa fece firmare una clausola con una penale per i potenziali voltagabbana (che fece colare moltissimo inchiostro) e che prevedeva una multa da 100mila euro in caso di cambio casacca senza dimissioni. Purtroppo però poi non sembra l’abbia fatta rispettare…
Forse sarebbe il caso di selezionare meglio i candidati, magari prendendoli tra gli attivisti con dimostrato impegno pluriennale sul territorio e/o approvare una legge che obblighi chi cambia casacca ad essere coerente e dimettersi dal posto che ha ottenuto con un altro partito/movimento?