È stato approvato il decreto legislativo di riordino dei giochi online, con una stretta per evitare la ludopatia e il riciclaggio, dunque con norme più stringenti e moderne. Il governo “interviene per razionalizzare e aggiornare il sistema dei giochi pubblici a distanza, aumentando il valore delle concessioni da assegnare portandole ai corretti livelli di mercato. Tutto il sistema viene regolato con norme più moderne e rigorose”.
Il testo conta in totale 26 articoli e mira ad introdurre delle misure per tutelare i soggetti maggiormente vulnerabili e i minori, nonché a prevenire i fenomeni di disturbo da gioco d’azzardo. Ad esempio, la prima regola prevede lo stop al contante: chi vorrà ricaricare più di 100 euro dovrà utilizzare solo ed esclusivamente strumenti elettronici di pagamento tracciabili e sicuri. Poi è prevista la diminuzione dei limiti di giocata e di vincita.
Altre misure prevedono il rafforzamento dei meccanismi di autoesclusione dal gioco, anche sulla base di un registro nazionale al quale possono iscriversi i soggetti che, riconoscendo di avere un problema con il gioco, chiedono di esserne esclusi. Poi vengono stabilite le caratteristiche minime che devono possedere le sale da gioco e i luoghi aperti al gioco. Viene posto il divieto di raccogliere scommesse su competizioni sportive dilettantistiche riservate ai minorenni.
Viene resa più sicura la disciplina sulla trasparenza e sui requisiti dei soggetti a qualsiasi titolo impegnati nelle società concessionarie dei giochi pubblici, allo scopo di contrastare il gioco illegale e le infiltrazioni criminali. A questo proposito vengono inserite specifiche cause di decadenza dalle concessioni e di esclusione dalle gare.
Inoltre vengono aumentati gli importi richiesti ai concessionari che per operare in Italia dovranno pagare tre canoni. Si tratta di un canone una tantum che sale dai precedenti 250.000 euro a 7 milioni di euro (+2.800 per cento), un canone annuale pari al 3 per cento dei ricavi netti di ogni concessionario e, infine, un canone annuale pari allo 0,2 per cento dei ricavi netti dei concessionari per campagne informative e di comunicazione per il contrasto alla ludopatia.