L’inchiesta della Procura di Milano, che sta terremotando le fondamenta del nuovo Milan di Gerry Cardinale, si basa anche su una ipotesi a monte non citata nel decreto di perquisizione eseguito martedì. Secondo i magistrati, infatti, vi sarebbe una inspiegabile sopravvalutazione del prezzo di vendita. Quando ad agosto 2022 in uno studio legale milanese avviene il closing, il club rossonero passa dal fondo americano Elliott a RedBird di Cardinale per 1,2 miliardi di euro. Una cifra fin da subito definita roboante, pur davanti a una società di calcio in fondo sana, risultando oltre quattro volte le cifre dei ricavi, collocando ipoteticamente i rossoneri nell’Olimpo dei grandi club dal punto di vista patrimoniale. E questo nonostante l’algoritmo della società di consulenza Football Benchmark assegnasse alla squadra rossonera un valore di 578 milioni di euro, meno della metà della cifra definitiva di vendita.

È dunque su questo che i magistrati milanesi stanno indagando anche in base ad atti, mail e corrispondenza elettronica sequestrate due giorni fa. Ora quei 578 milioni stimati corrispondono più o meno al Vendor Loan (prestito del venditore all’acquirente) concesso da Elliott a RedBird. Per arrivare poi a 1,2 miliardi sono serviti altri 600 milioni ufficialmente versati dallo stesso Cardinale attraverso RedBird. E qui si apre un giallo che secondo la Procura solleva il sospetto riassunto nel decreto di perquisizione che ancora oggi, a due anni dal closing, Elliot abbia una posizione dominante all’interno della catena di comando del Milan. Da qui, come è noto, l’accusa di ostacolo all’organo di vigilanza della Figc con quattro indagati tra cui l’attuale amministratore delegato del Milan Giorgio Furlani.

Secondo i pm di quei 600 milioni, 200 arrivano da un consorzio americano del settore medico con sede a Oakland, California. Ma gli altri 400 sono stati portati da un fondo olandese, RedBird Fund Iv Fc Aiv Cv. Ora questo fondo sembra avere una doppia vita. A secondo che si legga il documento con cui Elliott in sostanza informava i consiglieri dell’Ac Milan sulla natura delle vendita e su chi fosse l’acquirente. In questo documento il fondo risulta riconducibile a RedBird in quanto collegato direttamente a Rb Fc Holdings Cv, ulteriore private fund gestito da RedBird. Diversa invece la lettura che se ne trae dal documento che RedBird presenta alla Sec americana un anno fa. Qui, scrivono i pm, “nella parte del Form riservata ai private fund gestiti da RedBird è possibile rilevare la presenza di Rb Fc Holdings mentre non c’è traccia di Rb Fund Iv Fc Aiv Cv ovvero il fondo che, secondo quanto dichiarato nell’ambito del CdA del giugno 2022 avrebbe dovuto fornire una parte del capitale (400 milioni di euro circa) per l’acquisto delle quote di Ac Milan Spa”.

“L’idea che RedBird non possieda e non controlli l’Ac Milan è assolutamente falsa”, ha ribattuto in una nota mercoledì pomeriggio il fondo al centro dell’inchiesta. Ma quel dato per la Procura fa “emergere la circostanza che la maggior parte del capitale utilizzato per la compravendita di Ac Milan sia proveniente da un veicolo societario non riferibile a RedBird”. Di chi sia il fondo e da chi arrivino i soldi è un punto che la Procura sta indagando. A confortare la tesi accusatoria di una attuale posizione dominante di Elliott, vi è anche il documento dello scorso dicembre acquisito dalla Finanza e nel quale si ipotizza l’ingresso del fondo arabo Pif nel Milan attraverso il riacquisto dell’80% del Vendor Loan corrispondente a 487 milioni e convertibile in azioni Milan per una quota del 41%.

Il tutto, spiegano i pm, pur davanti “a un già grave quadro indiziario”, dovrà ottenere conferma dai sequestri. Tra cui cellulari e pc. Che saranno analizzati seguendo 43 parole chiavi. Dalle più banali come “Figc” o “Blu Skye”, a quelle più particolari e interessanti come “King George”, “zoro”, “vento”, “genio” e anche “lettere confidenziali”. L’obiettivo è anche capire chi all’interno della dirigenza del Milan fosse a conoscenza del fatto che, secondo i pm, Elliott controllo ancora il club. Tra questi, in ipotesi, lo stesso presidente Paolo Scaroni che però, è noto, non può essere indagato per il reato di ostacolo all’organo di vigilanza.

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