Cronaca

Pordenone, una città sotto assedio per abbattere 53 tigli. La prova muscolare del sindaco Ciriani (fratello del ministro)

Pordenone, una città sotto assedio. Il sindaco fa innalzare un muro per isolare un parco cittadino, le forze dell’ordine intervengono presidiando la zona dell’ex casa dei Balilla a pochi passi da una scuola, i tecnici installano un sistema di allarme per rilevare eventuali intrusioni indesiderate. Tutto questo, non per rischi di terrorismo o motivi di ordine pubblico, semplicemente per abbattere 53 tigli storici. Alessandro Ciriani, primo cittadino di Fratelli d’Italia e fratello del ministro Luca (responsabile dei rapporti con il Parlamento), ha voluto dare una prova muscolare alle associazioni che si sono mobilitate in questi mesi per impedire la scomparsa di un polmone verde del capoluogo. Ha perfino tagliato la strada al Consiglio di Stato, non aspettando l’udienza del 21 marzo fissata per decidere nel merito la sospensiva chiesta (e respinta dal Tar) da chi ritiene che le piante debbano (avrebbero dovuto) restare al loro posto, non solo perché hanno più di 70 anni di età e quindi sono tutelate, ma anche perché inserite in un parco che costituisce un bene storico protetto dalla Sovrintendenza.

Che Ciriani, candidato anche alle prossime elezioni europee, non fosse disposto a farsi dettare le scelte amministrative da altri, lo si era capito da tempo. Ma alle 7 del mattino ha dato ordine di far entrare in funzione le motoseghe, incurante degli ultimi appelli, visto che vuole spazio per costruire un Polo Young, grazie a un finanziamento di 23 milioni di euro con il Pnrr. Alcune donne avevano perfino chiesto aiuto ai parroci, invocando che andassero a benedire i tigli, in quanto creature di Dio. Alla luce degli ultimi sviluppi, sarebbe stata una specie di estrema unzione, ma i sacerdoti – indaffarati a preparare la settimana santa – si sono rifiutati.

Le cronache recenti, ripercorse da associazioni come “Il Tiglio verde”, sono ricche di spunti che raccontano una guerra permanente, adesso conclusa con 53 vittime sul terreno del parco. “Le barriere in metallo e cemento armato fatte sorgere pochi giorni fa sono un muro della vergogna per Pordenone” dichiarano. Ricordano come a fine anno gli alunni delle scuole elementari Collodi, che si vedranno togliere parte del prato dove giocano, avessero scritto tante letterine. “Caro sindaco, prima di tagliare gli alberi… noi ti chiediamo di ripensarci”. In un incontro con la stampa, a gennaio, Ciriani si era infuriato: “Come fa a sapere delle lettere?” aveva chiesto a un giornalista. Poi aveva insinuato che sarebbero state scritte sotto dettatura della maestra. Erano volate parole grosse e il cronista, nonché videomaker, si era sentito dare del “cretino” da un assessore. Il sindaco aveva detto che sarebbe andato a scuola per incontrare i bambini, ma non la maestra. A quel punto la direttrice didattica aveva replicato respingendo le accuse e spiegando che la scuola è un luogo di confronto.

La prova di forza di Ciriani non era finita lì. Agli ambientalisti (che ha definito “tigli rossi”) aveva detto: “Non è una minaccia, ma se viene meno il finanziamento Pnrr vi chiederò i danni”. A Pordenone è addirittura nata la chat “Quelli bannati dal sindaco Alessandro Ciriani”, utenti internet esclusi dalle chat del sindaco. La frase di presentazione è eloquente e attribuita a un amministratore dell’entourage di maggioranza: “Benvenuti a Pordenone: se non vi piace stare qui, trasferitevi altrove”. E pensare che nel luglio 2022, annunciando il progetto, Ciriani aveva scritto con insofferenza: “C’é chi (sempre quelli) inizia già a scaldare i motori della polemica, a preconizzare tagli di alberi (che non avverrà)… Certo che leggendo la stampa, i commenti dei polemici in servizio permanente, le minacce di petizioni, verrebbe voglia di non fare niente e lasciare tutto così”.

Si è rimangiato la parola e alla fine gli alberi ha cominciato a tagliarli per davvero, incurante che alle 8 del mattino proprio i bambini della Collodi, poveri illusi, abbiano cominciato a cantare: “Vogliamo gli alberiii… vogliamo gli alberiiii”. Luigina Perosa, del Tiglio Verde: “C’è tanta rabbia perché il 21 marzo si terrà l’udienza al Consiglio di Stato, un ricorso per cui ci stiamo dissanguando. E invece niente. Qui si inizia a tagliare con il ricorso pendente, quindi o sanno già che andrà bene oppure vanno avanti senza interessarsi dei cittadini”.

Interpellato da ilfattoquotidiano.it, il sindaco Ciriani replica: “Questo non è un problema, ma una polemica strumentale. Solo chi ha una malafede sconfinata può sostenere che verrebbe compromesso l’ecosistema cittadino, che conta su 18 mila piante. Sa da chi vengono gli attacchi? Da quella parte della sinistra che dieci anni fa ha abbattuto 100 olmi nell’area dell’ospedale per ricavare un parcheggio. Senza ripiantare un solo albero”.