“Vito Bardi? Un moderato per bene. Sostenerlo in Basilicata? Nulla è deciso”. E Alberto Cirio in Piemonte? “Un liberale europeista, non un pericoloso estremista”. Così parlò Carlo Calenda, leader di Azione, flirtando e trattando con i candidati del centrodestra. Tutto mentre il centrosinistra si trova ancora nel pieno stallo, a una settimana dalla chiusura delle liste per le Regionali lucane del 21 e 22 aprile. Ancora alla ricerca di una convergenza su un candidato comune, di fronte ai no del M5s sul nome di Angelo Chiorazzo e alla resistenza di quest’ultimo. E mentre Calenda si tiene le mani libere e continua ad affossare ogni prospettiva futura di ‘campo largo’ insieme a Pd, Avs e M5s per le Politiche, è la segretaria dem Elly Schlein a rivendicare ancora l’unità delle opposizioni. “Uniti si vince, divisi nemmeno si gioca la partita“, era stato il suo appello dopo la sconfitta in Abruzzo. Calenda sembra però averlo interpretato in modo diverso. Uniti sì, ma non è chiaro con chi. Forse anche con il centrodestra. Replicando al Fattoquotidiano.it, Schlein aggira la domanda, cercando di spegnere le polemiche con i possibili alleati: “Il suo flirt con Bardi e Cirio? Io posso parlare per il Partito democratico”, sorride. “Per battere la destra serve un progetto e un’alleanza che metta insieme il più possibile le forze alternative”.
E ancora: “Il Pd in tutti i territori sta cercando di agevolare un’alternativa alle destre che sia competitiva e che possa vincere. Nessuna delle forze politiche è autosufficiente. E la prima a dirlo è la prima forza in Parlamento”, rivendica. “Serve la coerenza del progetto, trovare insieme le candidature più credibili. E anche in Basilicata stiamo lavorando incessantemente per provare anche lì a trovare una soluzione il più possibile competitiva con quella delle destre”. Il tempo per un’intesa, però, sta per scadere.