Sarà sfida a due per la corsa alla presidenza di Confindustria. A competere saranno il ligure Edoardo Garrone, industriale dell’energia rinnovabile con Erg, presidente del gruppo editoriale Sole 24 Ore, e l’emiliano Emanuele Orsini, vicepresidente uscente, imprenditore nell’edilizia in legno con Sistem Costruzioni e nell’alimentare con Tino Prosciutti. La commissione dei saggi ha escluso Antonio Gozzi, numero uno di Duferco e di Federacciai.
Lo stesso Gozzi starebbe valutando le azioni da intraprendere, dopo che proprio giovedì ha fatto sapere di aver certificato alla stessa commissione di poter disporre di un consenso superiore al 25% dei voti assembleari. La commissione dei saggi ha vagliato le candidature sondando come si orienta il consenso in tutte le articolazioni del complesso sistema di rappresentanza degli industriali. La decisione, su cui è stata mantenuta riservatezza nel rispetto delle regole di via dell’Astronomia, è stata comunicata con una lettera interna.
Edoardo Garrone, per la base di consenso dimostrata già al momento della presentazione delle candidature, fin da subito era stato ammesso di diritto al voto. Al termine delle consultazioni, dopo sette giornate di incontri sul territorio, i saggi – che non devono limitarsi ad accertare le ammissioni di diritto ma hanno più ampi margini di discrezionalità nella valutazione delle candidature – hanno quindi tirato le somme delle loro valutazioni e comunicato il loro verdetto: hanno – scrivono – “individuato all’unanimità in Edoardo Garrone ed Emanuele Orsini i candidati chiamati ad illustrare il proprio programma nella riunione del Consiglio generale del prossimo 21 marzo per il successivo voto di designazione, già in calendario per il prossimo 4 aprile“.
Un passaggio della lettera – come scrive l’Ansa – spiega che i saggi, in coordinamento con i probiviri, hanno fatto una verifica sulla correttezza di alcuni passaggi procedurali ma anche “puntuali valutazioni di merito sul rispetto dei comportamenti richiesti dallo statuto confederale”, valutazioni che verranno evidenziate – indicano – nella relazione che presenteranno la prossima settimana al Consiglio generale. Il voto del 4 aprile, è quello cruciale: ne uscirà un solo nome, quello del presidente designato. Su quel nome si pronuncerà poi l’assemblea, il 23 maggio.