“Nel governo dei migliori, dove ci sono state le peggiori riforme del sistema giudiziario, c’erano tutti i partiti tranne Fratelli d’Italia. Adesso questo governo sta continuando le riforme che ha fatto il governo dei migliori, con l’aggiunta delle opposizioni (Azione e Italia Viva, ndr) che intervengono con gli emendamenti nella Commissione Giustizia. Se vuole, il sottosegretario Delmastro può intervenire per smentirmi“. È una delle tante pungenti frecciatine che Nicola Gratteri, procuratore della Repubblica al Tribunale di Napoli, ha riservato al sottosegretario della Giustizia Andrea Delmastro, durante un incontro con gli studenti tenutosi all’Università del Piemonte Orientale, a Novara.

Il magistrato, che nell’evento organizzato dall’Ateneo e da Confindustria Novara, Vercelli e Valsesia ha presentato il libro Il Grifone, scritto con Antonio Nicaso, stronca le riforme della giustizia promulgate da Marta Cartabia nel governo Draghi, non mancando di punzecchiare il politico di Fratelli d’Italia, presente tra il pubblico e più volte richiamato dal magistrato (“Ho di fronte il sottosegretario della Giustizia ed è uno stimolo vederlo qui”, esordisce sorridendo Gratteri).

Tema cruciale del convegno è costituito dalla stretta sulle intercettazioni, su cui Gratteri, tra gli applausi degli studenti universitari, osserva: “Quando il ministro della Giustizia dice che si fanno troppe intercettazioni , che queste costano troppo e che bisogna tornare ai pedinamenti, io mi chiedo: ma come è possibile? Se il mafioso non si muove dal suo divano e commette reati col suo telefonino, chi è che devo pedinare? – continua – Nordio dice che le intercettazioni costano troppo. In realtà costano 170 milioni di euro l’anno. Abbiamo una legge finanziaria da 50 miliardi e secondo Nordio 170 milioni di euro sono un costo eccessivo. No – aggiunge – le intercettazioni non costano nulla rispetto al risultato. Ma come faccio a mettere in discussione le intercettazioni telefoniche? Tutti viviamo con questo strumento. La politica prima o poi dovrà rispondere a questa mia domanda. Non gliela faccio passare questa. Ma attenzione, sono delle riforme che stanno piacendo a tutti“.

Gratteri ripropone l’esempio del proprietario di un negozio che spaccia cocaina e che con un funzionario concorda una mazzetta su un appalto: “In base alla riforma Nordio, l’intercettazione della conversazione tra i due non la posso utilizzare, perché quella intercettazione è stata concessa dal giudice per il reato di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di stupefacenti e non per il reato di corruzione, per il quale è previsto l’arresto in flagranza”.

E continua, rivolgendosi al pubblico: “Ma questo vi sembra normale nel 2024 e in un mondo dove questa tipologia di reati riguardanti la pubblica amministrazione sta gomito a gomito, da un lato, con certa politica e dall’altro lato con la mafia? Se invece in quel negozio entra un tossicodipendente che ha in mano una bottiglia di whisky e che al negoziante dice di averla rubata in un supermercato, io posso utilizzare l’intercettazione di quella conversazione. Vi sembra normale? Eppure questo accade e non c’è un solo politico che proponga una modifica di questo punto“.

Il magistrato rifila un’altra staffilata al Guardiasigilli, citando il reato di concorso esterno in associazione mafiosa : “Nordio dice anche che il mafioso non parla al telefono. E cosa volete che dica il mafioso al telefono? “Ciao, stasera non posso venire perché a cena perché devo ammazzare uno”? Non sentirete mai questo, ma potreste sentire il mafioso che dice a un incensurato: “Ci vediamo al bar” – prosegue – Per me investigatore, che ha sempre fatto indagini di mafia, contrariamente a gente che non ha mai scritto un 416 bis in vita sua e che non ha mai letto gli articoli 110 e 416 bis, quella telefonata è oro, perché so cosa è il contrasto alle mafie”.

E aggiunge: “C’è poi la storia di quel termine aulico che è stato usato contro le intercettazioni, cioè ‘lo sputtanamento’. Ricordo però che è da anni che non si possono pubblicare sui giornali intercettazioni riguardanti la vita privata delle persone e che non hanno nulla a che fare col capo d’imputazione . È inutile insistere su questo – continua, rivolgendosi a Delmastro – Almeno alziamo le mani, facciamo un fermo pesca sulle riforme. Per favore, non fate più riforme“.

Per la terza volta Gratteri sollecita Delmastro a dare una risposta, tra le risate del pubblico. E il sottosegretario della Giustizia è costretto a salire sul palco e a intervenire, dando vita a un serrato botta e risposta col magistrato. “Non me lo sarei mai aspettato”, esordisce il deputato meloniano che, dopo aver accreditato stima e amicizia a Gratteri, vanta la normativa antimafia italiana. “È la migliore di tutto il mondo – afferma Delmastro – E la dobbiamo a persone come Falcone e Borsellino, di cui ci sono pochi eredi tra cui tu. La dobbiamo a tutti quelli che come te in questi anni l’hanno difesa e la dobbiamo anche in parte a questo governo che ha salvaguardato le intercettazioni di mafia“.
E ci mancherebbe pure“, commenta Gratteri, mentre la sala esplode in una fragorosa risata.

“Le hanno tolte i tuoi colleghi di Cassazione – insorge Delmastro – Anche questo dobbiamo dire, se vogliamo essere sinceri fino in fondo”. “Però dobbiamo tornare all’utilizzabilità di tutte le intercettazioni”, replica Gratteri. “Noi riascoltando i tuoi suggerimenti le abbiamo ripristinate – rilancia Delmastro- Abbiamo anche ripristinato la procedibilità d’ufficio per tutti i reati con l’aggravante mafiosa che aveva cancellato la professoressa Cartabia”. E Gratteri: risponde: “Dovrebbe valere anche senza l’aggravante mafiosa, perché questa la si riconosce dopo aver fatto le indagini, non prima”.

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