La maggioranza alza bandiera bianca, Giancarlo Blangiardo non tornerà a presiedere l’Istat, dopo aver terminato il suo mandato nel febbraio 2023. La proposta di nomina di Blangiardo è uscita dal calendario della commissione Affari Costituzionali della Camera. A certificarlo l’ufficio di presidenza dell’organismo parlamentare durante il quale il presidente Nazario Pagano ha informato che “il 5 marzo il ministro per i Rapporti con il Parlamento ha comunicato in Assemblea il ritiro della richiesta di parere parlamentare sulla nomina”. Nei fatti il nome di Blangiardo a questo punto sembra non essere più sul tavolo.
Il governo aveva tentato di riportare al vertice il demografo 74enne, vicino alla Lega, la scorsa primavera e poi di nuovo in autunno. Ma per l’ok alla nomina serve la maggioranza qualificata e dunque il sostegno dei voti anche di parte dell’opposizione. Dal 21 marzo scorso l’Istat è di fatto senza un presidente: l’istituto ha affidato l’ordinaria amministrazione a Francesco Maria Chelli, il componente più anziano del Consiglio, “in attesa del perfezionamento della nuova nomina del Presidente”. Ma la nomina non è ancora arrivata.
Blangiardo, da pensionato, ha guidato dal 2019 a inizio 2023 l’istituto di statistica a titolo gratuito. Il suo incarico è scaduto a febbraio e il centrodestra per rinnovarlo aveva cambiato con il decreto Pnrr la norma della legge Madia che consentiva l’assunzione di pensionati nella Pubblica amministrazione solo se impiegati a titolo gratuito. In questo modo il demografo vicino alla Lega, la cui gestione ha ampiamente scontentato i dipendenti dell’ente, avrebbe potuto ricevere anche un lauto emolumento. Il muro delle opposizioni e le proteste degli stessi dipendenti Istat hanno però sventato, pare definitivamente, l’ipotesi.