Uno psicodramma cinefilo maniacale è andato in scena la sera di martedì 12 marzo tra le sale dello storico cinema Ambrosio di Torino
Fatevi rimborsare il biglietto del film: in questa sala lo proiettano male. Uno psicodramma cinefilo maniacale è andato in scena la sera di martedì 12 marzo tra le sale dello storico cinema Ambrosio di Torino. Protagonista il mai troppo anarchico livornese (“che si commuove di fronte a Mario Draghi” ipse dixit) Paolo Virzì e la proiezione della sua ultima fatica Un altro ferragosto. Virzì doveva intervenire al termine della proiezione, ma probabilmente dopo aver visto la “qualità” è entrato in sala lamentandosi in maniera piuttosto brusca.
“Credo che abbiate diritto al rimborso del biglietto. Magari ve lo vengo a ripresentare un’altra volta, perché sono stupito che a Torino possano proiettare in modo così scadente. Scusate davvero tanto”. Applauso pavloviano dei fan nelle prime file. “Non è il mio film. Il Cinema Ambrosio era un cinema bellissimo, non so cosa sia successo”, ha continuato l’autore di Ovosodo. Così, come riporta Torino Today, qualche spettatore più pavloviano di altri ha persino provato a consolare il regista sostenendo “di essersi goduto lo stesso la proiezione, chiedendosi però se certe scelte di luce (il film ha tonalità calde ma in qualche modo di una strana cupezza ndr) fossero state fatte per dei rimandi con il precedente (Ferie d’agosto, 1996, ndr)”. Ma nulla. Virzì proprio non ne aveva voglia.
“Se poi volete possiamo chiacchierare, però usciamo fuori dal cinema Ambrosio, perché non merita la nostra presenza“. A quel punto la sceneggiata è continuata fuori sul marciapiede della multisala di Corso Vittorio Emanuele II. È lì che Virzì, non pago, ha trovato una locandina del suo film, ha miracolosamente trovato un pennarello e ha inscenato l’ultima sequenza di una serata stramba. “Scusate tanto, evitate di andare a vederlo qui”, ha scritto il regista sul poster del suo Un altro Ferragosto, questa volta tra persone più incredule che divertite. Un altro ferragosto è uscito giovedì scorso in sala e ha raccolto al 13 marzo meno di un milione di euro per poco più di 145mila biglietti venduti. Virzì ha diretto per una stagione, il 2013, il Torino Film Festival.