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Macron vede Scholz e frena sulle truppe Ue in Ucraina: “Nessuna escalation”. Ma ottiene l’invio di armi a lungo raggio a Kiev

Emmanuel Macron promette guerra per ottenere più sostegno all’Ucraina. Si è risolto così, almeno per il momento, il passo in avanti del presidente francese che nelle scorse ore era tornato a ipotizzare l’intervento di soldati europei in territorio ucraino per “nn permettere alla Russia di vincere la guerra”: dopo il vertice col cancelliere tedesco Olaf Scholz, fermamente contrario a qualsiasi intervento proprio come le principali cancellerie europee, gli Stati Uniti e i vertici Nato, al quale ha partecipato anche il primo ministro polacco, Donald Tusk, il capo dell’Eliseo ha ridimensionato la sua posizione dichiarando che Francia, Germania e Polonia concordano di “non prendere mai l’iniziativa di un’escalation“. In cambio, però, Berlino ha annunciato una coalizione degli alleati dell’Ucraina sulle armi a lungo raggio: “Oggi abbiamo concordato una serie di priorità, tra cui l’immediato approvvigionamento di un numero ancora maggiore di armi per l’Ucraina sull’intero mercato mondiale. Questo è un miglioramento“. L’obiettivo, comunque, rimane lo stesso: “Non lasciare mai che la Russia vinca”.

Il livello della tensione salita dopo le dichiarazioni di Macron torna quindi a scendere. Giovedì le dichiarazioni del presidente francese, che ribadivano il concetto già espresso circa due settimane fa per cui un intervento diretto di soldati europei non può essere escluso, avevano scatenato le reazioni della Russia: il capo dei servizi segreti esteri, Sergei Naryshkin, aveva parlato di “sogni folli e paranoici“, mentre il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, aveva dichiarato che la Francia è stata “trascinata nel conflitto in Ucraina” ed è pronta ad aumentare il suo coinvolgimento.

Tajani contro i ‘boots on the ground’
Tra i pochi a replicare alle parole del presidente francese c’era Antonio Tajani: “Sarebbe un errore entrare in Ucraina. Fare la guerra alla Russia significa rischiare la Terza guerra mondiale”. E anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, da Cassino è tornato a invocare la pace: “L’Europa si assuma la responsabilità della pace. Far cessare ovunque il fuoco delle armi”. Il ministro degli Esteri aveva poi aggiunto: “I nostri militari fanno bene quello che fanno nel Mar Rosso a proteggere le nostre navi, fanno bene quello che fanno in Libano, in Africa, in Iraq. I nostri militari sono portatori di pace, garanzia e libertà. Noi non siamo in guerra con la Russia” ha detto il vicepremier, parlando con Bruno Vespa a LetExpo. Rispondendo all’ipotesi di truppe Ue a Kiev avanzata da Macron, il segretario di Forza Italia è stato nettissimo: “Io credo che la Nato non debba entrare in Ucraina. Sarebbe un errore entrare in Ucraina noi dobbiamo aiutare l’Ucraina a difendersi ma entrare noi a fare la guerra alla Russia significa rischiare la Terza guerra mondiale. Tutte le persone di buon senso non vorrebbero questo”, ha aggiunto Tajani, che ha poi fatto riferimento alle parole del Papa. “Il Papa cosa ha detto? Io voglio la pace. Mettetevi a un tavolo e fate la pace. Ma il Papa fa il Papa, deve dire questo. Non mi scandalizza né preoccupa”.

Le parole di Macron e le reazioni – “Abbiamo messo troppi limiti al nostro vocabolario. Non siamo in un’escalation. Non siamo in guerra contro la Russia, ma non dobbiamo lasciarla vincere”, aveva detto ieri il presidente francese dopo aver rivendicato le dichiarazioni interventiste. Ma le sue parole sono state di nuovo seguite da diverse smentite, dato che un’azione del genere rischierebbe di coinvolgere direttamente gli Stati europei e quelli Nato in una guerra aperta con la Russia di Vladimir Putin. Un allargamento del conflitto che non solo i partiti e i movimenti pacifisti hanno sempre stigmatizzato, ma anche gli stessi leader dell’Alleanza. Già giovedì il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, aveva escluso l’invio di truppe in Ucraina “perché noi vogliamo la pace, vogliamo che ci sia una trattativa, ma non vogliamo fare la guerra alla Russia. Lo ha ribadito anche il mio collega della Difesa, non ci pensiamo neanche a mandare le truppe a combattere”, quello che fa l’Italia è “aiutare l’Ucraina a difendersi”. A fine febbraio, oltre all’Italia, si erano opposti anche Stati Uniti, Germania e Nato: “Gli alleati della Nato stanno fornendo un sostegno senza precedenti all’Ucraina. Lo abbiamo fatto dal 2014 e lo abbiamo intensificato dopo l’invasione su vasta scala. Ma non ci sono piani per truppe da combattimento della Nato sul terreno in Ucraina”, aveva detto il segretario generale Jens Stoltenberg. “Ciò che è stato deciso tra noi fin dall’inizio continua a essere valido per il futuro, non ci saranno truppe sul terreno, né soldati inviati dagli Stati europei o dagli Stati della Nato sul suolo ucraino”, aveva aggiunto Scholz. Mentre l’Unione europea aveva voluto precisare: “Siamo a conoscenza delle dichiarazioni pubbliche di alcuni Stati membri secondo cui si potrebbe considerare l’invio di truppe di terra in Ucraina. Questo non è stato discusso a livello Ue. Le politiche Ue nelle conclusioni del Consiglio europeo parlano molto chiaramente. L’Ue è impegnata a sostenere l’Ucraina e farà tutto il possibile. Quanto alla forma e al modo dei contributi nazionali sono una prerogativa della sovranità e della competenza di ciascuno Stato membro”.