Il procuratore speciale Nathan Wade – principale avvocato dell’accusa nel processo penale a carico di Donald Trump per le interferenze elettorali del 2020 in Georgia – come riporta la Cnn si è dimesso. Il giudice Scott McAfee, della Contea di Fulton, venerdì mattina aveva stabilito che la procuratrice capo Fani Willis poteva continuare a seguire il caso contro l’ex presidente a patto che rimuovesse il procuratore speciale con cui ha avuto una relazione sentimentale. Dopo un processo durato due mesi McAfee ha preso la sua decisione e, in una sentenza di 23 pagine, ha spiegato che l’accusa non è riuscita a dimostrare l’esistenza di un conflitto di interessi. La procuratrice ha accettato le dimissioni e lo ha ringraziato per il “patriottismo, il coraggio e la dedizione alla giustizia”.

Il caso – Mike Roman, il co-imputato di Trump nel processo per il tentativo di ribaltare i risultati elettorali del 2020 in Georgia, sosteneva che Willis avesse tratto vantaggi dai lauti guadagni di Wade, guadagni prodotti dal prestigioso ruolo che la procuratrice stessa gli aveva assegnato. Ma, dopo una serie di testimonianze sia dei diretti interessati che dei loro amici e avvocati, il giudice non ha trovato alcuna motivazione per rimuoverla dal processo.

Il giudice – Tuttavia, ha riscontrato “un’irregolarità significativa che inquina l’attuale struttura della squadra dell’accusa” e per questo ha dato un ultimatum alla procuratrice. “L’opinione pubblica potrebbe ragionevolmente e facilmente avere il dubbio sugli scambi finanziari, sui benefici per la procuratrice o anche sulla relazione intima”, ha sottolineato il giudice nella sentenza. “In altre parole, una persone esterna potrebbe ragionevolmente pensare che la procuratrice non stia esercitando il suo giudizio professionale in modo indipendente. Finché Wade continuerà a occuparsi del caso, questa percezione persisterà”.

Chi è la procuratrice – Figlia di un ex attivista del movimento per i diritti degli afroamericani ‘Black Panther’, madre single di due figli, la 53enne nata in California ha respinto con forza ogni accusa. “Non c’è nessuno uomo, a parte mio padre, che potrà mai pagare i miei conti“, ha dichiarato durante una delle udienze dopo che l’avvocato di Roman aveva insinuato che il suo fidanzato le avesse pagato cene e vacanze. E ancora: “Non sono io sotto processo ma Trump e i suoi co-imputati”, ha attaccato durante un interrogatorio alla sbarra. La fiera procuratrice non ha mai ceduto di fronte alle domande incalzanti e, a volte, sessiste dell’accusa. Nessun segno di debolezza, neanche quando una sua ormai ex amica ha insinuato che la relazione con Wade fosse iniziata prima che lei lo assumesse. L’ipotesi era che Willis invitasse Wade a fare un passo indietro, ma il magistrato ha deciso da solo.

L’ira di Trump – L’ex presidente però non aveva accolto con favore la decisione del giudice. “La procuratrice della Georgia Fani Willis non può restare al suo posto e continuare la sua caccia alle streghe contro di me. È corrotta e ha lavorato con la Casa Bianca di Joe Biden per orchestrare” questa operazione, ha attaccato l’ex presidente criticando duramente la sentenza di McAfee. “Queste sono interferenze sul voto. Biden e i suoi corrotti alleati non si fermeranno di fronte a nulla per prevenire un nostro ritorno alla Casa Bianca“.

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