La ragazza (maggiorenne) statunitense è stata intervistata dai conduttori della trasmissione radiofonica australiana The Kyle & Jackie O Show. I redattori devono aver intuito un potenziale caso di sdoppiamento di identità uomo-animale, anche se sembra altrettanto chiaro che la ragazza ci marci per tirarci su qualche soldino
Sono un cane, amo dormire in gabbia, fare la cacca all’aperto ed essere ricompensata con dei biscottini. Sta facendo discutere l’articolo del New York Post dedicato alla cosplayer di Twich, tal Meow (miao, ndr) Dalyn. La ragazza (maggiorenne) statunitense è stata intervistata dai conduttori della trasmissione radiofonica australiana The Kyle & Jackie O Show. I redattori della trasmissione devono aver intuito un potenziale caso di sdoppiamento di identità uomo-animale, anche se sembra altrettanto chiaro che la ragazza ci marci parecchio per tirarci su qualche soldino.
“Il mio nome è Meow come un gatto, ma sono un cane”, ha spiegato la cucciola-donna dai capelli rosa, orecchie finte (più da gatto che da cane, sic), canini prominenti e un collare, Dalyn, che si riferisce a se stessa come “dog girl” ha detto che si identifica in un cane e si è completamente immersa in uno stile di vita canino, anche in piena notte quando si tratta dei propri bisogni e deve uscire di casa per farli. Dalyn ha raccontato di dormire in una gabbietta piena di cuscini rosa: “C’è qualcosa nell’essere in uno spazio ristretto che mi fa sentire al sicuro dal mondo”. Su Twich la ragazza è seguita regolarmente da oltre 15.000 spettatori mentre rosicchia ossa e abbaia. “Ho dei padroni che mi portano a spasso“, ha spiegato quando le è stato chiesto se avesse un fidanzato. “Mi danno da mangiare, mi portano a fare passeggiate, ci alleniamo, che è una delle mie cose preferite, perché ricevo dolcetti, pollo grattugiato e carne essiccata”. Al di là della caratterizzazione naif, Meow Dalyn è una sorta di cosplayer bizarre/fetish che grazie ad una ricca e articolata pagina web fornisce “servizi” ai suoi tanti fan: tra cui dirette personalizzate e lista dei desideri. Insomma un modo per tirare a campare assecondando le proprie sincere stramberie identitarie.