All’istituto comprensivo Iqbhal Masih di Pioltello (Milano) quest’anno non si starà a casa solo per le consuete vacanze di Pasqua ma anche mercoledì 10 aprile per festeggiare Id al-fitr, letteralmente la “festa della interruzione” del digiuno ovvero del Ramadan. A deciderlo è stato il consiglio d’istituto della scuola guidato dal dirigente Alessandro Fanfoni. È la prima volta che accade in Italia che i bambini della primaria e della secondaria di primo grado, indipendentemente dalla religione di appartenenza, non entrino in classe per condividere quella che è la seconda festività religiosa più importante per i musulmani che quest’anno cade a pochi giorni dalla celebrazione della Resurrezione di Gesù Cristo.
Un giorno di festa – Quel giorno a Pioltello, gli allievi staranno a casa come se fosse la festa del Santo Patrono o quella di Tutti i Santi o l’Immacolata Concezione: la sospensione delle lezioni è ufficialmente scritta nel calendario scolastico pubblicato sul sito della scuola e approvato dal consiglio d’istituto, l’organo dove sono rappresentati genitori, insegnanti e collaboratori, eletto democraticamente all’interno di ogni istituzione scolastica. Nella lista delle festività, in fondo c’è scritto: “Presumibilmente lunedì 08/04/2024 in occasione della festa di fine Ramadan se infrasettimanale”. Una data ipotetica, fissata il 19 maggio scorso, quando ancora non era certo l’inizio e il termine del Ramadan.
La facoltà delle scuole – Una decisione presa dalla scuola di Pioltello in virtù del fatto che ogni istituto ha facoltà di utilizzare tre giorni discrezionali di vacanza, che si aggiungono a quelli “canonici” stabiliti dall’Ufficio scolastico regionale. Chiusure che sono state inserite nel ponte a cavallo tra il 25 aprile e il primo maggio, prevedendo però una quarta sospensione dell’attività didattica extra in occasione della fine del periodo di digiuno dei fedeli musulmani.
C’è chi sceglie di interrompere le lezioni ad esempio in occasione della festa di Santa Lucia dove la tradizione vuole che i bambini ricevano dei doni in quella notte e c’è chi come a Pioltello ha pensato di condividere con i musulmani questa data che è per loro seconda solo alla Eid al Adha, la festa del sacrificio che si tiene alla fine del periodo del Pellegrinaggio alla Mecca e che ricorda il sacrificio di Abramo.
Il senso della decisione – A spiegare il senso della scelta a IlFattoQuotidiano.it è il dirigente: “A Pioltello abbiamo classi dove negli anni scorsi in occasione della fine del Ramadan, di fatto, venivano a scuola in tre o quattro. I bambini di fede islamica sono la maggioranza e nonostante le linee guida sull’inclusione consiglino di formare classi con non più del 30% di stranieri, noi arriviamo al 43% perché questa è la nostra utenza. Non possiamo chiudere gli occhi davanti a questi numeri e alla realtà. Questa festa è per molti di loro una tradizione, tra l’altro spesso condivisa anche dai compagni di classe italiani che partecipano per condividere. Spero che a nessuno venga in mente di politicizzare questa decisione presa dal consiglio d’istituto anticipando di un giorno l’inizio delle lezioni per garantire a tutti gli stessi diritti”. D’altro canto l’attenzione per le famiglie provenienti da altri Paesi, all’Iqbhal Masih è costante: i documenti più importanti sono tradotti in arabo, urdu, rumeno, albanese, cinese e francese.