di Sonia Surico

In Italia, la conciliazione tra lavoro e maternità rimane un terreno minato per le donne, un vero e proprio ostacolo che sembra insormontabile nonostante le tanto decantate promesse di parità di genere.

Malgrado le dichiarazioni di presunti avanzamenti, la partecipazione delle donne al mercato del lavoro in Italia rimane costantemente al di sotto della media europea, un chiaro sintomo delle inefficienze strutturali e delle discriminazioni ancora fortemente radicate nel tessuto sociale ed economico del Paese.

Nel corso del 2022, si è assistito a una manifestazione lampante di questa difficile realtà: più di 44.000 madri hanno dovuto gettare la spugna e lasciare il proprio posto di lavoro, travolte dalle insostenibili pressioni nel tentativo di bilanciare le richieste della carriera con quelle della famiglia. Secondo gli ultimi dati disponibili, le dimissioni convalidate, presentate nei primi tre anni di vita del figlio, hanno registrato un aumento drammatico del 17,1% rispetto all’anno precedente, raggiungendo un livello preoccupante di 61.391 casi. Non sorprende affatto che questo fenomeno colpisca in maniera sproporzionata le donne, rappresentando il 72,8% delle dimissioni, pari a 44.669 unità.

Una scelta obbligata che ha costretto il 63% delle neomamme ad abbandonare il proprio posto di lavoro, mentre solo lo 7,1% dei padri ha riscontrato simili difficoltà. Questo dato mette ancora una volta in evidenza le disuguaglianze strutturali che permangono nel tessuto del sistema lavorativo italiano.

La situazione lavorativa delle donne, soprattutto delle madri, in Italia è ancora una realtà fatta di precarietà e instabilità, un intricato groviglio di ostacoli che sembra essere progettato per ostacolarle. A questa problematica si somma il costante vuoto dei servizi per l’infanzia, con una rete di asili nido insufficiente sul territorio, e l’assenza totale di politiche che mirino a promuovere una distribuzione equa delle responsabilità familiari.

E mentre molti altri Paesi europei investono in programmi di welfare materno che assicurano sostegno economico, servizi di assistenza e politiche lavorative flessibili, in Italia le madri si trovano ad affrontare le sfide della maternità da sole. Ancora una volta.

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La violenza contro le donne è strutturale: c’entra anche il lavoro sfruttato e precario

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