È stata aperta una inchiesta per omicidio colposo per la morte di una donna e i suoi tre figli piccoli provocata dal fumo di un incendio a Bologna. La procura intende fare piena luce sulle cause di quanto avvenuto nella notte tra giovedì e venerdì, in via Bertocchi. Si tratta di un passaggio necessario per svolgere gli accertamenti, affidati a vigili del fuoco, polizia e a un consulente nominato dalla procura, e chiarire in che modo si siano sprigionate le fiamme. Un piccolo incendio dal punto di vista della estensione – hanno spiegato i pompieri – ma che ha sprigionato un fumo tossico che ha ucciso i tre bambini e la donna.
Dalle prime verifiche, il fuoco sarebbe partito dalla stufetta elettrica accesa in camera da letto: a quanto si apprende, l’allaccio e la multipresa alla quale era collegata sono stati trovati praticamente integri, dunque le fiamme sarebbero partite dall’apparecchio. Non sono state disposte le autopsie sui corpi delle quattro vittime. A perdere la vita Stefania Alexandra Nistor, 32 anni, e i suoi bambini, Giorgia Alejandra, 6 anni, e i gemelli Mattia Stefano e Giulia Maria di 2, non ci sono più. Quattro vite strappate in un soffio, nella notte, nell’appartamento al quarto piano del condominio, in zona Barca, periferia di Bologna. La famiglia dormiva insieme, nella stessa stanza quando è scoppiato l’incendio.
La stufetta sarebbe stata accesa perché l’impianto di riscaldamento non funzionava. “Nel condominio l’impianto è centralizzato — spiega il comandante provinciale dei Vigili del Fuoco di Bologna Calogero Turturici —. Non sappiamo se non funzionasse in tutto lo stabile, ma sicuramente non funzionava giovedì e in quell’appartamento”. Probabilmente la donna, come riporta Il Corriere della Sera, a un certo punto deve essersi resa conto che stava accadendo qualcosa. “Da come abbiamo rinvenuto i corpi pensiamo che abbia tentato di dare aiuto ai bambin” ha raccontato il vice questore aggiunto Luca Fiorini. I Vigili del Fuoco hanno trovato i due gemelli, Giulia Maria e Mattia Stefano, a terra mentre la era mamma vicino alla finestra.
Il papà dei bambini, George Panaite Birta, che ha avuto un malore quando è arrivato sul posto, sui social ha cambiato la sua immagine del profilo scegliendo una candela accesa, avvolta da un drappo nero. Padre Trandafir Vid, parroco di San Luca Evangelista della Chiesa ortodossa romena, ricorda: “Quando ho ricevuto la notizia sono rimasto senza parole. Conoscevo molto bene le vittime: erano credenti e praticanti. Ho battezzato i due gemellini nella nostra chiesa di Olmetola e tante volte ho dato la comunione alla famiglia”.
Una piccola folla silenziosa di familiari e amici si è ritrovata questa mattina davanti alla camera mortuaria del cimitero della Certosa, dove sono custodite le salme in attesa dei funerali. Con loro padre Trandafir e il sindaco Matteo Lepore, accompagnato dalla capo di gabinetto del Comune Matilde Madrid, per trasmettere ancora una volta la vicinanza dell’amministrazione alla famiglia. Il fratello di Stefania ha lanciato una raccolta fondi, a quanto pare per il trasporto delle salme dei familiari in Romania.
“Come Comune di Bologna, insieme alla Chiesa Ortodossa, ci faremo carico delle spese e di quanto sarà necessario per le esequie di Stefania e dei suoi bambini – ha scritto sul suo profilo Facebook, il sindaco di Bologna, Matteo Lepore – Tra ieri e questa mattina ho incontrato il compagno, la mamma e la famiglia per comunicare loro tutta la nostra vicinanza e sostegno come città e comunità. Ringrazio il Bologna Fc e la Virtus Pallacanestro per l’attenzione che ieri sera hanno riposto pubblicamente verso questa tragedia, così come le tante persone che si stanno offrendo di aiutare”. Quindi “sanno di non essere soli e che saremo al loro fianco, rispettandone le volontà e il dolore“.