Fa discutere la nuova maglia della Nazionale italiana di calcio, presentata da Adidas in vista di Euro2024 in Germania, dove l’Italia del ct Spalletti si presenta da campione in carica. Le nuove divise degli Azzurri faranno il loro esordio nelle amichevoli negli Stati Uniti con Venezuela (21 marzo) e Ecuador (24 marzo). A creare polemiche non sono le scelte estetiche: la maglia Home, ultima erede della tradizione, si presenta nel classico azzurro accompagnato dal tricolore a strisce lungo le spalle e in evidenza nello stemma sul petto. La versione da trasferta aggiunge il rosso e il verde alla classica base bianca, sulle spalle, sullo stemma e lungo i lati del corpo.
A suscitare scalpore è stata invece la scelta di inserire sul retro del collo la scritta ‘L’Italia chiamò‘, delle parole dell’Inno di Mameli. La scelta è stata pensata per esaltare “in chiave sportiva il senso identitario”. Si legge sempre nel comunicato di presentazione: “Entrambi i kit sono pensati per suscitare un senso di orgoglio e di appartenenza e sono collegati dal motivo unico della lettera I, reimmaginato in chiave digitale”. La scritta patriottica però secondo alcuni ha un legame con la retorica del governo guidato da GiorgiaMeloni. “Col governo Meloni crolla la capacità di spesa degli italiani, crollo più che compensato però dal pieno di orgoglio patriottico della scritta ‘L’Italia chiamò’ sulle maglie della Nazionale di calcio”, scrive un utente su X. Altri ironizzano sui social, citando una mitica scena di ‘Acqua e Sapone’, film di Carlo Verdone: “L’Italia chiamò. E la Sora Lella rispose: ‘Mo’ guardo si è rientrato!'”. Molti utenti però replicano difendendo la scelta e sottolineando che la frase fa parte dell’inno nazionale italiano: “Il fascismo non c’entra un tubo”.