Mentre l’offensiva dell’esercito di Israele non accenna a diminuire, anzi si avvicina la possibile operazione militare a Rafah, Unicef denuncia il dramma che stanno vivendo i bambini sopravvissuti alla ferocia della guerra tra Tel Aviv e Hamas. “Il 31% dei piccoli sotto i due anni nel nord della Striscia di Gaza soffre di malnutrizione acuta, un aumento sconcertante rispetto al 15,6% di gennaio scorso”, quando i combattimenti già proseguivano da mesi. Un allarme evidente, come sottolinea il profilo X dell’Unicef Mena/Medio Oriente e Nord Africa: “La malnutrizione si sta diffondendo rapidamente e sta raggiungendo livelli devastanti a causa degli impatti di vasta portata della guerra e delle continue restrizioni alla fornitura di aiuti“. Solamente venerdì, dopo 160 giorni di guerra, è arrivata finalmente sulle coste della Striscia – attraverso un corridoio marittimo – la prima nave di aiuti partita da Cipro: si tratta della spagnola Open Arms. Oggi l’ong americana World Central Kitchen ha dichiarato di aver terminato le operazioni di scarico delle quasi 200 tonnellate di aiuti alimentari per la popolazione della Striscia di Gaza, approdato ieri via nave da Cipro al molo provvisorio vicino a Gaza City. “Questo carico include casse di prodotti in scatola, inclusi fagioli, carote, tonno, ceci, mais, riso, farina, olio e sale. Un secondo carico includerà anche le gru per assistere la distribuzione”, ha scritto Wck in una nota.
È il tentativo di aiutare una popolazione civile allo stremo. A Gaza, come sottolinea Unicef nel suo comunicato, non si muore solo sotto le bombe: almeno 23 bambini nel nord della Striscia sono morti per malnutrizione e disidratazione nelle ultime settimane, andando ad aggiungersi al crescente numero di bambini uccisi nella Striscia durante il conflitto in corso: circa 13.450 secondo quanto riportato dal Ministero della Salute palestinese. “Gli screening nutrizionali condotti dall’Unicef e dai partner nel nord del Paese a febbraio – prosegue la nota – hanno rilevato che il 4,5% dei bambini nei rifugi e nei centri sanitari soffre di malnutrizione acuta grave, la forma di malnutrizione più pericolosa per la vita. La percentuale di malnutrizione acuta tra i bambini di età inferiore ai 5 anni nel nord del Paese è aumentata dal 13% al 25%“.
” Le visite di monitoraggio condotte per la prima volta a Khan Younis, nell’area centrale della Striscia di Gaza, hanno rilevato che il 28% dei bambini sotto i 2 anni è colpito da malnutrizione acuta, di cui oltre il 10% presenta una forma grave. Anche a Rafah, l’enclave meridionale con maggiore accesso agli aiuti, i dati dei controlli sui bambini sotto i 2 anni sono raddoppiati, passando dal 5% di malnutrizione acuta a gennaio a circa il 10% alla fine di febbraio, mentre la malnutrizione acuta grave è quadruplicata, passando dall’1% a oltre il 4% nel corso del mese”, conclude il report di Unicef. E proprio Rafah è il prossimo obiettivo del premier israeliano Benyamin Netanyahu, che venerdì ha approvato i piani dell’esercito che ora è al lavoro per predisporre l’evacuazione di oltre un milione di sfollati palestinesi ammassati nella città più a sud di Gaza, prima di passare all’azione.