L’edilizia milanese è ancora al centro del ciclone. Questa volta il punto è una mancata risposta da parte del sindaco Giuseppe Sala e del suo assessore alla Rigenerazione Urbana (ovvero all’Edilizia) Giancarlo Tancredi. Il capogruppo di Forza Italia Alessandro De Chirico ha chiesto chiarimenti, ma la risposta da Palazzo Marino è stata bollata come “chiaramente omissiva”. La domanda in particolare riguardava i 150 progetti che secondo il sindaco Sala sarebbero a rischio da quando la magistratura milanese ha iniziato a indagare sul modo in cui si costruisce a Milano. La tesi della Procura è semplificabile così: anche nel capoluogo lombardo vanno applicate le leggi valide in tutto il resto d’Italia, motivo per il quale il Comune non doveva autorizzare alcuni grattacieli e ora dovrebbe o imporne l’abbattimento o acquisirli. La differenza di vedute, se così si può definire, è iniziata quando i magistrati hanno iniziato a indagare sul gruppo Bluestone e sui dipendenti comunali che ne hanno seguito gli iter amministrativi in particolare di due torri in costruzione nel quartiere Crescenzago.

Saputo delle indagini sui dipendenti pubblici, la giunta Sala ha reagito in modo scomposto: prima ha avvertito a mezzo stampa che applicando la legge che si usa in Italia i progetti a rischio erano 150, poi che 140 dipendenti del settore edilizia avevano chiesto di essere trasferiti ad altro incarico. Infine l’assessore alla Rigenerazione Urbana Giancarlo Tancredi ha iniziato a visitare a più riprese la Procura per, stando alle dichiarazioni ufficiali, chiarirsi sulle interpretazioni della legge urbanistica.

Nel frattempo però anche il giudice per le indagini preliminari che aveva in mano le indagini fatte dai pm ha confermato che era tutto giusto. E per altro nessuno ha capito perché i 140 dipendenti pubblici dovrebbero temere qualcosa se non hanno fatto nulla di illegale. Eppure le cronache parlavano di “crisi di pianto” e panico diffuso per il via vai della polizia giudiziaria. Tanto che si è pensato di fare delle sessioni di supporto psicologico. Sicuramente Tancredi è uno dei più preoccupati perché, come già segnalato dal Fatto Quotidiano, è un caso raro di dirigente comunale che viene nominato assessore e a questo implica che la sua firma è su molti progetti. Magari pure quelli contestabili.

Ecco dunque che Alessandro De Chirico, capogruppo di Forza Italia in Comune – lo stesso De Chirico che di recente ha avuto uno scontro con una collega in Consiglio comunale a cui aveva urlato di “andare al parchetto con i figli” per il quale si è poi scusato pubblicamente – ha chiesto tramite un’interrogazione la lista dei 150 progetti citati da Sala: “Poco tempo fa abbiamo assistito al sindaco Giuseppe Sala che denunciava 150 progetti edilizi fuorilegge, subito dopo l’assessore Tancredi ha iniziato a entrare e uscire dal Tribunale come se la Procura fosse una succursale del Comune di Milano – spiega il consigliere in un comunicato – Mi sono seriamente preoccupato della denuncia del primo cittadino milanese perché un tale numero di pratiche edilizie significano miliardi di euro di progetti e interi quartieri a rischio per quella che sembra un tema di malagestione amministrativa da parte della giunta Sala oltre che una questione legale sulla quale però non vogliamo entrare perché in Forza Italia eravamo e siamo rimasti garantisti”. “Ritengo questa risposta un insulto al Consiglio comunale perché è chiaramente omissiva – ha concluso De Chirico – L’unico dato che fornisce è che Sala l’ha sparata grossa, forse per intimorire chi stava indagando. Perché queste omissioni? Tancredi ha qualcosa da nascondere?”. Il fattoquotidiano.it ha contattato lo staff dell’assessore che, tuttavia, non ha ritenuto di replicare.

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