“Per ora devo dire basta, ma per il futuro ho fiducia nella scienza e nell’amore di Dio”. Omar Pedrini si sta concedendo le ultime occasioni per salutare i fan nei club italiani. Poi sarà la volta di una pausa imposta da motivi di salute: “Ho sposato la figlia del mio cardiochirurgo padovano, il dottor Scalia. Proprio lui mi ha detto: da nonno dei tuoi figli sappi che ogni concerto è un rischio” fa sapere al Corriere.
L’artista e frontman dei Timoria come noto da tempo deve fare i conti con un cuore delicato: “Ho scoperto il mio problema cardiaco 20 anni fa e ho già affrontato sette operazioni al cuore, un piccolo record” spiega. “La penultima operazione che ho subito non esisteva quindici anni fa e sto assistendo a passi da gigante della cardiochirurgia. Ecco perché in un angolino del mio cuore ho la speranza che tra qualche anno mi dicano che abbiano scoperto qualcosa perché possa ancora saltare e sudare per due ore. Purtroppo ora non è più possibile”.
Questo non si tradurrà di certo in un addio alla musica, come puntualizza lo stesso Pedrini: “Non esiste Omar senza musica, inizia una chitarra dove finiscono le mie dita da quando avevo cinque anni. Ora sto preparando il mio ‘buen retiro’ in Toscana dove produco vino e olio, ma non abbandonerò la musica. Costruirò un piccolo studio per scrivere canzoni, magari per altri, e poi riprenderà le tournée di teatro-canzone”. Stare lontano dal rock vissuto in maniera viscerale sul palco è comunque un dolore e il musicista non lo nasconde. Commuovendosi, infatti, ammette: “È difficilissimo. È più facile affrontare le operazioni al cuore”.
Nel corso dell’intervista spazio anche ai ricordi più belli e quelli meno esaltanti di decenni di carriera. Tra i primi sicuramente “il Premio della critica istituito a Sanremo nel 1991 apposta per noi che poi è rimasto, il concerto dei Timoria a Parigi presentato dal ‘ministro rock’ Jack Lang, l’incontro con Noel Gallagher che mi ha permesso di registrare il disco con la sua etichetta e nei suoi studi”. Nella seconda categoria, naturalmente, i problemi di salute, “la malattia e le sette operazioni: lo sconforto è stato solo nella paura di non poter fare più il mio mestiere” chiosa il rocker.